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Quaderni ucraini. Diario di un'invasione, la guerra raccontata da Igort

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Gabriele Lippi

Un secondo volume che è una raccolta di testimonianze dirette perfettamente contestaulizzate nel racconto del presente e nella ricostruzione del passato del Paese. Un'opera ancora più forte a un anno esatto dall'inizio dell'attacco russo

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Quando nel 2014 Igort fu costretto ad aggiornare i suoi Quaderni Ucraini con le storie della guerra “a bassa intensità” del Donbass, probabilmente sospettava che prima o poi sarebbe dovuto tornare a mettere mano a quella che rimane, per ragioni profondamente intime e personali, una delle sue opere più sentite. Sicuramente, però, sperava che quel giorno non sarebbe arrivato mai, e quando il 24 febbraio del 2022 si è svegliato con le notizie dell’invasione russa dell’Ucraina una serie di emozioni fortissime si sono mosse dentro di lui.

Filo diretto con l'Ucraina

Per giorni, il fumettista sardo a cui i genitori diedero un nome russo per amore dei grandi romanzieri del XIX secolo e che a Dnipropetrovsk ha sposato Galya per poi vivere due anni in Ucraina, ha riempito i suoi social di testimonianze raccolte in prima persona e tramite amici. Costantemente in contatto via telefono con l’Ucraina invasa dagli “Orchi”, Igort non ha parlato con la stampa per mesi mentre la sua mente e il suo cuore stavano sulle sponde del fiume Dnipro. Queste testimonianze sono oggi raccolte in Quaderni Ucraina. Diario di un’invasione, finito di disegnare a settembre 2022, pubblicato a ottobre da Oblomov (168 pagine a colori, 20 euro).

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Le persone e le loro storie

A spiccare, in mezzo alla cronaca delle bombe che devastarono il teatro d’arte drammatica di Mariupol nonostante quella gigantesca scritta “bambini” nel parcheggio, dei massacri di Bucha e Borodyanka, dell’assedio delle acciaierie Azovstal, sono le storie delle persone. Le storie delle famiglie lacerate, delle madri che scappano coi bambini mentre i padri rimangono a combattere, dell’apprensione dietro ogni telefonata, ogni messaggio che arriva dal fronte, dell’agonia di Mariupol, Kherson, Kharkiv. Il tutto inquadrato nel contesto culturale e storico attraverso digressioni che riprendono parti importanti del primo volume dei Quaderni ucraini per raccontare il dramma dell'holodomor (la carestia pianificata da Stalin per sterminare i kulaki ucraini) e l'inizio della guerra del Donbass nel 2014.

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Vite sconvolte dall'invasione

Igort apre squarci su vite sconvolte. Racconta di quella donna che, in piedi davanti a un soldato russo, gli mise in tasca dei semi di girasole perché un giorno la sua morte potesse generare nuova vita; di Anya, che a 83 anni prova a difendersi dalle bombe rifugiandosi in bagno protetta da due cuscini rifiutandosi di chiudersi nel bunker improvvisato dai figli in cantina; di Katya che nasconde il marito Pavel nella casa disabitata di fronte, fingendo che sia morto, perché i russi non possano ammazzarlo.

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Una scommessa sulla memoria

Il dolore del popolo ucraino traspare dalle parole e dalle tavole, come quella che con tre vignette mostra la devastazione del teatro di Mariupol, dai volti solcati dalle rughe e dalla sofferenza disegnati da Igort. Il racconto dei primi 100 giorni di guerra è ancora più vivo oggi, a 12 mesi dall’invasione russa, e si chiude con una sfida diretta lanciata alla propaganda di Putin, convinto che il mondo, come un pesce rosso, dimenticherà prestissimo il suo sfregio all’umanità. Ma Igort non ha dubbi: il mondo ha la memoria di un elefante, e ricorderà per sempre.

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