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Robo Sapiens, il nostro futuro nel manga di Shimada Toranosuke

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Gabriele Lippi

A circa 100 anni di distanza da noi, il mondo è diventato una gigantesca discarica di scorie nucleari e i robot sono indispensabili per garantire la sopravvivenza dei pochi uomini rimasti. Diventando persino più umani di noi

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Abbiamo sempre avuto un rapporto complicato col futuro e coi robot. Da un lato li abbiamo idealizzati, pensando che potessero risolvere ogni nostro problema regalandoci una vita di agi, lusso e ozio, dall’altro li abbiamo sempre temuti, immaginando che un giorno o l’altro potessero ribellarsi a noi. Nella letteratura fantascientifica, il secondo scenario è forse quello che si è diffuso più facilmente. In pochi, però, hanno immaginato che i robot potessero finire per assomigliarci così tanto da inglobare sentimenti ed emozioni tipicamente umani e finire per essere persino più umani di noi. Non simili in tutto e per tutto fino a diventare irriconoscibili, come accade in Blade Runner, ma migliori.

Tredici racconti uniti nella trama

Robo Sapiens, di Shimada Toranosuke, è un manga strutturato in 13 capitoli. Tredici storie autonome eppure collegate tra loro, racconti che attraverso un sottile filo conduttore costruiscono una sorta di romanzo corale, mostrando un po’ per volta la costruzione di un mondo fatto di viaggi intergalattici e resistenza, in un contesto in cui l’essere umano è diventato una rarità e gli androidi sono sopravvissuti, ma non a causa di una guerra vinta dai secondi sui primi quanto per gli errori compiuti dai primi. Un suicidio di massa che ha lasciato in eredità un mondo fatto di copie del genere umano, replicanti programmati per eseguire qualsiasi missione affidatagli, persino la più difficile di tutte: essere felici.

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Un futuro non lontano da noi

In un mondo ormai allo sfascio, devastato da guerre e riempito di scorie nucleari, i robot svolgono il compito indispensabile di proteggere la specie umana, mentre questa – o ciò che ne rimane – cerca rifugio altrove. Non è un futuro lontano quello immaginato da Toranosuke, appena un secolo oltre la nostra quotidianità, e forse questo spaventa anche di più. Non sono stati gli alieni o i robot a ridurci sull’orlo dell’estinzione, ma noi stessi, e anche questo è terribilmente realistico. La speranza, però, e il meglio di un’umanità dimenticata, si trovano scritte in codice binario tra le banche dati di macchine antropomorfe che sembrano, alla fine dei conti, avere un unico grande compito: portare il nostro lascito oltre la nostra scomparsa.

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Malinconico e toccante

La narrazione è intensa, procede mostrando uno scorcio alla volta, con toni malinconici e commoventi, arrivando a comporre un mosaico che ci ricorda ciò che possiamo essere. Persone che amano, che si cercano una nell’altra, decisamente non programmati per vivere in solitudine e nell’egoismo che ci sta divorando. Lo stile grafico di Toranosuke è peculiare, a tratti stilizzato, sicuramente non realistico, recupera elementi della tradizione manga e li unisce a quelli del fumetto occidentale, mischiando Tezuka e Moebius senza ricalcare né l’uno né l’altro ma configurando piuttosto uno stile personale e distinguibile.

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Candidato all'Eisner

Pubblicato in Giappone tra il luglio del 2018 e il giugno del 2019, candidato agli Eisner nel 2022 e inserito nella Sélection Officielle del Festival di Angoulême, Robo Sapiens è portato in Italia da Coconino Press, in un volume unico brossurato da 304 pagine in bianco e nero al prezzo di 24 euro. 

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