Quando rubarono la Gioconda, storia (a fumetti) d'amore e di rivalsa

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Vittorio Eboli

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Per amore di Monna Lisa è la nuova graphic novel scritta da Marco Rizzo e disegnata da Lelio Bonaccorso, edita da Feltrinelli. Un episodio storico, nella Parigi della bell'epoque, tra misteri dell'arte, amori romantici, vita dura da immigrati, voglia di rivincita e scontri politici tra Italia e Francia (eterne cugine litigiose). "Una storia incredibile di suo, già prima di romanzarla" racconta Bonaccorso.  

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Non un “furto d’amore” nel senso bramoso di De Andrè, certo; ma furto ‘per’ amore. E per rivalsa. E, come quello del poeta genovese, “punito dall’ordine costituito”. Il più grande furto del XX secolo, quello della Gioconda di Leonardo, dal museo parigino del Louvre: è il sottotitolo di “Per amore di Monna Lisa”, la nuova graphic novel della collaudatissima coppia Marco Rizzo – Lelio Bonaccorso (“Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia”, 2009; “Gli ultimi giorni di Marco Pantani”, 2011; “L’invasione degli scarafaggi. La mafia spiegata ai bambini”, 2012, “Jan Karski. L’uomo che scoprì l’Olocausto”, 2014, tra gli altri).

Edita da Feltrinelli, è la storia romanzata di Vincenzo Peruggia, un emigrante italiano, che, approfittando del suo lavoro al museo del Louvre, nel 1911 trafugò un’opera allora meno nota di Leonardo da Vinci: la Gioconda. “Non c’è poi molto di romanzato, la vicenda è già grottesca e incredibile di suo!” sorride Lelio Bonaccorso, il disegnatore messinese reduce dai successi di “Caravaggio e la ragazza” e “Vento di libertà” (suo esordio come autore unico), entrambi editi da Feltrinelli. Lo sceneggiatore Marco Rizzo (che nella postfazione spiega quanto c’è di vero e quanto di inventato nel libro) ha scritto un testo agile, scorrevolissimo, con perfetto bilanciamento di azione e riflessione.

 

Tra amore e voglia di rinvicita degli immigrati

Perché avete scelto proprio questa storia? “Volevamo raccontare qualcosa di diverso dal solito, e io avevo già sentito parlare di questa storia – racconta Bonaccorso a Sky Tg24 –, ho immaginato che fosse adatta, l’ho proposta ed è piaciuta a Marco e a Tito Faraci, curatore di Feltrinelli Comics, è stato un lavoro di gran sinergia. Marco e io abbiamo cercato di entrare nella testa di Peruggia, per capire cosa lo ha spinto a questo gesto clamoroso: noi non sappiamo davvero come sono andate le cose, ci sono ancora tanti punti oscuri che le indagini non hanno chiarito”, e forse non saranno chiariti mai.

I piani di lettura sono tanti, diversi tra loro ma molto ben amalgamati: c’è la storia romantica (l’eterea figura di donna che ispira il protagonista), c’è il giallo e il mistero, c’è il tuffo quasi documentaristico in una epoca passata, c’è – se non proprio una critica sociale – di sicuro una sensibilità particolare nel dipingere la vita dei lavoratori stranieri nella Parigi di inizio ‘900.

Partiamo dall’ambientazione. Siamo nel 1911, la bell’epoque declina verso il crepuscolo, è un’epoca di forti nazionalismi che poi sfoceranno nella Grande Guerra, sullo sfondo la malcelata sopportazione per gli immigrati, italiani e non solo (ricorda alcune tensioni politiche di oltre cent’anni dopo…).

Da qui la scelta di una spalla di origini africane per il protagonista? “Quando abbiamo immaginato chi poteva fare da comprimario di Peruggia, in questa vicenda, c’è sembrato il profilo più adatto. Lui si lamenta delle discriminazioni, è un uomo consapevole della sua condizione, e volevamo mostrare qualcosa di come vivevano i lavoratori stranieri nei quartieri di periferia della capitale, la vita degli emigranti, la scelta personale che diventa atto politico. Quello di Peruggia, da atto d’amore verso una fantomatica donna diventa un vero e proprio atto politico: lui è un po’ patriota, un po’ populista, pensava davvero che Napoleone avesse rubato la Gioconda all’Italia e la sua diventa una scelta d’amore e di rivalsa”.

 

La Gioconda: un quadro, all'epoca, non molto famoso

Poi c’è anche il rapporto con l’arte, Peruggia lavora in uno dei musei più famosi del mondo e pare impossibile poter fare ciò che ha fatto. “Lui ci riuscì perché il Louvre, all’epoca, era davvero un colabrodo. Oggi un’azione così sarebbe, semplicemente, non immaginabile, a parte il progresso tecnologico nei controlli: all’epoca non c’era turismo di massa, con relativo ricco mercato annesso, il frequentare musei era ancora una attività per una nicchia di benestanti”. E la Gioconda, può sembrarci assurdo, non era neanche così famosa. “Non lo era. A noi può suonarci strano, ma lo divenne solo a seguito di quell’episodio, che fa diventare Peruggia un eroe pop, e porta molti artisti poi a omaggiare la MonnaLisa con versioni altrettanto pop” (riprese in coda alla graphic novel, ndr). La verità è che abbiamo capito l’importanza della Gioconda solo quando non la si trovava più! Le tensioni diplomatiche tra Francia e Italia, che già c’erano, si acuirono: le opere d’arte possono smuovere le folle e le opinioni pubbliche. Peruggia era un uomo amareggiato e arrabbiato, per come era trattato da emigrato. Fu una piccola vendetta. Questa è una storia di ribellione, di riscatto, d’amore”.

 

A metà tra bell'epoque, Chaplin, cartoon anni '60

A proposito di arti visive, del personaggio principale si sa tutto sommato abbastanza poco, a chi ti sei ispirato per ritrarlo? “Peruggia è ispirato, graficamente, anche a Charlie Chaplin, mi sono richiamato ai film muti, tipici di inizio XX secolo, usando toni seppiati in varie gradazioni. Il design grafico è stata una scelta mia: i coloristi Giuliana Rinoldo e Fabio Franchi l’hanno ottimamente messa in pratica, è uscito fuori questo effetto ocra molto bell’epoque: realizzare la storia a colori ci faceva strano!”

Il tuo stile è piuttosto leggero, più caricaturale rispetto agli ultimi libri: “Si, anche se negli ultimi libri, su Caravaggio e sui vespri siciliani, avevo già aumentato la tendenza al cartoon, è uno stile che amo – conclude Bonaccorso – e poi un personaggio come Vincenzo Peruggia è già caricaturale di suo, così evidenzio ancora di più quanto sia grottesca la sua storia. Ci sono poi un po’ di richiami, voluti, di alcuni cartoni anni ‘60 di Warner e Disney, ad esempio gli aristogatti”. Per chi ama le atmosfere vintage.

Per amore di Monna Lisa

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