Quanto e come si lavora in Europa

Pescatore, autonomo, greco. Questo è l’identikit di chi in Unione europea passa più tempo sul posto di lavoro. Lo si desume dal report appena pubblicato dall’ufficio statistico comunitario e relativo alla forza lavoro in Ue, risultato di un’indagine che ogni anno viene condotta su 1 milione e duecentomila lavoratori. L’unità di misura base di questa indagine è la settimana lavorativa, o meglio le ore che la compongono in base al Paese, alla professione, al genere e allo status lavorativo. 36 ore La settimana lavorativa standard in Unione europea nel 2024, secondo i dati Eurostat, ha avuto una durata media di 36 ore. Un dato che si riferisce alla popolazione tra i 20 e i 64 anni che ha un impiego, sia esso a tempo pieno o part-time. Ma il dato è tutt’altro che omogeneo nei vari Paesi, con differenze in alcuni casi sensibili. La settimana lavorativa più lunga è quella dei greci, che sfiorano le 40 ore lavorative . Poco più breve ma sempre ben sopra la media Ue anche Bulgaria , Polonia e Romania . Si lavora meno, invece, nei Paesi Bassi, dove di poco si superano le 32 ore , ma anche Germania, Austria e Danimarca hanno orari sotto le 34 ore settimanali . L’italia è quasi perfettamente in linea con la media Ue, da noi la media della settimana lavorativa è di 36,1 ore. Differenze di genere Complessivamente la media della settimana di lavoro delle donne è più corta di quasi 5 ore rispetto a quella degli uomini: 33,3 contro le 38,2 ore, ma su questo dato pesa la differenza tra contratti a tempo pieno e part-time, con le donne che prediligono il secondo tipo. Se limitiamo l’orario ai soli contratti full time, la differenza scende a poco meno di due ore: 37,7 le ore a carico delle donne contro le 39,6 degli uomini. Tenendo invece conto sia del tempo pieno che di quello parziale, le donne occupate più a lungo sono le bulgare, che lavorano solo una ventina di minuti meno dei bulgari . Lavorano meno di tutte le olandesi, a cui viene richiesto in media un orario settimanale inferiore alle 28 ore . In Italia la differenza di genere è superiore alla media Ue. Gli uomini lavorano in media 38,7 ore mentre le donne 32,5. Ma le diseguaglianze orari tra i generi sono ancora più marcate in Germania, 7,4 ore settimanali in più per gli uomini, Austria e più che altrove nei Paesi Bassi, dove i lavoratori hanno otto ore settimanali in più rispetto alla lavoratrici. Autonomi e dipendenti La differenza più apprezzabile, però, non è quella di genere ma di status lavorativo. Gli autonomi hanno orari più lunghi dei dipendenti. La settimana lavorativa dei primi supera le 40 ore mentre quella di chi ha un contratto più di cinque ore in meno . In quasi tutti i Paesi questa tendenza è confermata, con casi limite come il Belgio, dove gli autonomi lavorano più di 10 ore in più dei dipendenti e l’Austria . Ma ci sono nazioni dove sono, invece, i dipendenti a essere occupati di più. Accade in Romania, a Cipro e nelle repubbliche baltiche di Estonia, Lettonia e Lituania. Ed è proprio a Vilnius che chi ha un contratto da dipendente riposa due ore e mezza in meno di chi non ce l’ha. In Italia viene esattamente riproposta la media continentale, con una differenza di 5 ore e mezza. All'aperto si lavora di più La durata media della settimana lavorativa varia anche in base alla tipologia di attività e al settore produttivo di appartenenza. Nel 2024, le attività economiche che hanno registrato gli orari più lunghi sono state quelle legate ad agricoltura, silvicoltura e pesca , seguite dall’estrazione mineraria , dall’edilizia e dai trasporti . Tutte le altre attività occupano in media meno di 38 ore lavorative settimanali. Gli orari più brevi in assoluto - sotto le 34 ore settimanali - sono stati riscontrati tra gli amministrativi , chi si occupa di assistenza sanitaria e sociale e gli insegnanti .

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