Istat: pandemia colpisce commercio, -470mila lavoratori

Lavoro
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Secondo l’Istituto di statistica è il numero di posti di lavoro persi nel settore tra il primo e il terzo settore del 2020

La pandemia colpisce l'occupazione nel settore del commercio. Nel 2020, dopo la sostanziale stagnazione dell’occupazione nei primi due mesi dell’anno, il sopraggiungere dell’epidemia ha investito il mercato del lavoro causando, tra il primo e il secondo trimestre del 2020, una riduzione del numero di persone occupate nell’insieme dell’economia pari a 470 mila unità (-2,0%), dovuta soprattutto alla diminuzione dei dipendenti a termine e degli indipendenti. Nei mesi di luglio e agosto vi è stato un parziale recupero ma il numero di occupati a settembre – sostanzialmente stabile rispetto ad agosto – è ancora inferiore a quello di febbraio di circa l’1,4%. Secondo le stime provenienti dall’indagine sulle forze di lavoro, i lavoratori del commercio ammontano, nel secondo trimestre 2020, a 3 milioni 112 mila e rappresentano il 13,7% del totale degli occupati. Rispetto al secondo trimestre 2019 gli occupati del settore sono diminuiti del 5,8% (per un totale di circa 191 mila unità), con un calo quasi doppio rispetto a quello osservato per il complesso dell’occupazione (pari al 3,6%).


E' questo lo scenario tratteggiato da Gian Paolo Oneto, Direttore centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell'area delle statistiche economiche dell'Istat, in un'audizione alla Camera. Una maggiore tenuta ha caratterizzato l’occupazione nel commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (il 13,1% degli occupati nei settori del commercio), diminuita dello 0,4%. Il calo è stato del 6,1% per gli occupati del commercio all’ingrosso, che rappresentano circa un quarto degli occupati nel settore del commercio, e del 6,7% per quelli del commercio al dettaglio, che occupa più del 60% del totale del settore.


Nel complesso, prosegue l'Istat, particolarmente marcato è il calo occupazionale tra i lavoratori indipendenti (-9,3%), con una dinamica negativa molto accentuata (-12,7%) per i lavoratori autonomi senza dipendenti. Il numero di occupati diminuisce sia tra i lavoratori sia tra le lavoratrici, che costituiscono circa il 41% degli occupati nel commercio. La componente femminile pesa tuttavia in misura molto diversa nelle tre divisioni: da poco più di un decimo nel commercio di autoveicoli e motocicli, si passa al 30,8% nel commercio all’ingrosso e si arriva al 50,9% nel commercio al dettaglio.


Proprio in quest’ultima divisione il calo nel numero di occupate è stato particolarmente marcato e simile a quello maschile (-6,5% contro -7,0% tra gli uomini); nel commercio all’ingrosso, invece, il numero di occupate è rimasto sostanzialmente invariato, a fronte di una diminuzione dell’8,8% tra gli uomini. Differenze significative emergono anche rispetto all’età degli occupati: gli ultracinquantenni, che rappresentano circa un terzo della manodopera del settore commerciale, sono calati di appena l’1,6%, a fronte di una diminuzione dell’8,7% per i 35-49enni (i quali rappresentano il 40,3% dell’occupazione nel 10 commercio); tale fascia d’età ha registrato una caduta più marcata nel commercio a dettaglio (-10,1%).


Gli occupati più giovani, che pesano per il 26,8%, sono diminuiti del 6,4% a causa essenzialmente della forte riduzione (vicina al 15%) nel commercio all’ingrosso. Infine, riguardo alle tendenze territoriali, nel Mezzogiorno gli occupati del commercio mostrano una diminuzione superiore alla media e pari all’8,2%, passando da 997 mila del secondo trimestre 2019 a 916 mila nel secondo 2020; nel commercio all’ingrosso e nel commercio al dettaglio il calo occupazionale raggiunge il 9% ed è quasi doppio rispetto a quello registrato nel Nord e circa triplo di quello osservato nel Centro. In sintesi, nel secondo trimestre 2020 il settore commerciale occupa 3 milioni 112 mila lavoratori; di questi, oltre i due terzi (il 65,1%) sono lavoratori dipendenti, il 40,9% donne e circa la metà (50,6%) risiede al Nord. I lavoratori 35-49enni sono i due quinti e gli ultracinquantenni rappresentano circa un terzo del totale.

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