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Sindacati: su ex-Ilva da Mittal apertura a confronto costante

Lavoro
©Getty

L’esito del tavolo informale convocato dall’azienda per fare il punto sugli ex-stabilimenti

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Stato dell’arte sulle relazioni sindacali alla luce degli oltre 4mila lavoratori in cig e a pochi giorni dall’avvio di un doppio sciopero a Taranto, e punto sulla produzione industriale al momento troppo bassa anche se in presenza di timidi segnali di ripresa. Sono stati questi i temi al centro del tavolo informale convocato da A.Mittal per gli ex stabilimenti ex-Ilva tra l’Ad della multinazionale della acciaio, Lucia Morselli, e i leader di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Francesca Re David e Rocco Palombella, dal quale è arrivato l’impegno a voler instaurare un confronto costante e diretto con i sindacati coinvolgendoli anche quando la trattativa non li vedrà al tavolo e un aggiornamento sugli assetti produttivi. Un incontro durato poco più di un’ora e mezza che ha dunque di fatto cercato di ristabilire corrette relazioni industriali in un momento caotico per l’azienda e i lavoratori.


Un incontro che non cambia le priorità dei sindacati, che continuano a chiedere il rispetto dell’accordo del 2018 e la convocazione da parte del Mise, unico garante dell’intesa riconosciuta da Fim Fiom e Uilm, ma che è servito comunque, spiegano all’uscita, a fare un punto dopo una lunghissima pausa dall’ultimo round tra le parti. Nessun cenno alle questioni relative all’ingresso di Invitalia in Ilva ne’ sul nuovo piano industriale presentato il 4 marzo scorso, dunque, quanto piuttosto una informativa a 360 gradi da parte di Mittal che ha confermato il segnale di miglioramento industriale.


Un segnale "importante" che però i sindacati guardano con cautela: "C'è una risalita dicono ma bisogna vedere i dati di settembre-novembre, come andranno i settori chiave, automotive edilizia e bianchi per confermare il miglioramento", spiega il leader Fiom, Francesca Re David per la quale "l'incontro di oggi non interferisce con gli incontri richiesti al Mise". Stessa cautela da parte del leader Fim: "l’andamento degli assetti produttivi e’ stato troppo basso ma Mittal ci ha confermato che sembrano esserci dei segnali di miglioramento anche se a noi serve soprattutto capire dove vada la vertenza soprattutto sotto il profilo occupazionale. C’è una situazione politica, con le prossime elezioni, che non aiuta e non possiamo permetterci di scoprire all’ultimo minuto se A.Mittal intende restare in Italia o no", dice Benaglia. Per questo, ribadisce anche Palombella, "serve un tavolo al Mise". E per la Uilm gli incontri futuri con cui A.Mittal intende dare corpo alle rinnovate relazioni sindacali si possono accettare "ma devono portare a risultati altrimenti i conflitti negli stabilimenti saranno inevitabili e noi non intendiamo soffocarli", aggiunge Palombella.