Secondo l’Istituto di statistica le informazioni disponibili per i mesi di luglio e agosto, seppure ancora parziali, suggeriscono il proseguimento della fase di ripresa
"Le informazioni disponibili per i mesi di luglio e agosto, seppure ancora parziali, suggeriscono il proseguimento della fase di ripresa". Lo dice Roberto Monducci, direttore del dipartimento per la produzione statistica dell'Istat, nel corso di un'audizione in commissione Bilancio a Montecitorio, sull'individuazione delle priorità di utilizzo del Recovery fund. "Il clima di fiducia delle imprese- aggiunge- è aumentato in entrambi i mesi in tutti i settori economici anche se i livelli degli indicatori sono ancora inferiori a quelli precedenti la crisi, soprattutto nei servizi di mercato". Dalla crisi del 2009 ad oggi il divario di crescita della produttività italiana rispetto ai principali paesi europei, misurato dal valore del Pil per ora lavorata, si è ulteriormente ampliato'', si legge. Nel 2019, la produttività del lavoro italiana ha registrato ''un incremento pari a 1,2 punti percentuali rispetto al valore del 2010, a fronte di un incremento medio di circa 8 punti percentuali di Germania, Francia e Spagna'', osserva l'Istituto di statistica.
''Emerge un problema di tessuto imprenditoriale, che probabilmente ha dei limiti strutturali nella capacità di trasformare le risorse in output e crescita'', afferma l'Istat. ''Accanto all’individuazione delle priorità'' da finanziare attraverso il recovery fund, ''sembra opportuno concepire uno o più meccanismi che ne consentano il costante monitoraggio e la loro valutazione ex-ante ed ex-post'', afferma. Si tratta di un’operazione che, secondo l'Istituto, ''andrebbe definita già nelle fasi preliminari all’implementazione degli interventi e osservando i più alti standard qualitativi in tema di fonti e metodi per la valutazione delle policy''. A tal fine l’Istituto mette a disposizione ''la propria capacità di misurazione, analisi e valutazione''.
Per l'Istat, in questa fase il ruolo della pubblica amministrazione ''deve essere molto molto più attivo rispetto a prima''. Parlando delle cause della mancata crescita e del ruolo della Pa nello sviluppo e stimolo del paese, l'Istituto sottolinea: ''effettivamente non ci sono dubbi che, per come è congegnata la macchina amministrativa in Italia, ci sono tante ragioni che spiegano il ritardo sui livelli spesa della pubblica amministrazione''.
Nel 2019 la spesa complessiva per investimenti, valutata a prezzi correnti, è stata pari a 322,7 miliardi di euro, lo stesso livello del 2010 (322,6 miliardi). ''Tuttavia, al suo interno, gli investimenti delle amministrazioni pubbliche sono diminuiti nel periodo del 18,9%, mentre quelli del settore privato (che includono anche le unità a controllo pubblico non classificate nel settore delle amministrazioni pubbliche) sono aumentati del 3,5%'', spiega l’Istat.