La decisione al termine del coordinamento nazionale Whirlpool di Fim, Fiom, Uilm che ha espresso la propria opposizione alle decisioni della multinazionale ma anche dello stesso Mise
Per la Whirlpool sciopero in arrivo: a deciderlo Fim Fiom e Uilm che hanno proclamato per il 17 luglio prossimo 8 ore di sciopero in tutti i siti della multinazionale in Italia per chiedere all'azienda di ritirare decisione di chiusura e al Governo di schierarsi con i lavoratori. La decisione al termine del coordinamento nazionale Whirlpool di Fim, Fiom, Uilm che ha nuovamente espresso la propria opposizione alle decisioni della multinazionale ma anche dello stesso Mise finalizzate ancora una volta , dicono, "a propinare una generica reindustrializzazione per assecondare la chiusura dello stabilimento di Napoli e il disimpegno dall’Italia". E in una lettera inviata al premier Conte e ai ministri dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, e del Lavoro, Nunzia Catalfo i sindacati esprimono tutta la loro "delusione per le posizioni assunte dal Mise che nei fatti assecondano l’impostazione dell'azienda" e chiedono una data unica per un nuovo incontro che metta insieme la discussione sulla Cassa integrazione con la politica industriale di rilancio del sito di Napoli. "Non siamo difatti disponibili a dividere una questione dall’altra", scrivono.
Sindacati: ‘Mise asseconda impostazione aziendale’
Una delusione, quella dei sindacati, verso il Mise le cui posizioni "nei fatti assecondano l’impostazione aziendale da un anno tesa a legittimare la chiusura del sito di Napoli attraverso poco credibili prospettive di reindustrializzazione". Il governo piuttosto, dicono, "svolga finalmente quell’analisi dei costi del sito di Napoli che da un anno stiamo chiedendo, che deve poi consentire di varare strumenti che davvero siano in grado di costituire un deterrente alle delocalizzazioni, nonché di affrontare le altre questioni relative agli altri siti, ripetutamente da noi sollevate e puntualmente ignorate". E alla Whirlpoool Emea chiedono di "rispettare l’accordo del 2018, di chiarire il piano industriale per tutti gli stabilimenti del gruppo, di fugare i timori per il futuro di Carinaro, di cessare le operazioni di delocalizzazione delle funzioni di staff e di ritirare la decisione di chiusura di Napoli".