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Pil: Schroders, stime a ribasso

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©Getty

La crescita globale non sarà a V ma a U

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Una nuova revisione al ribasso per le stime sulla crescita globale per riflettere la debolezza mostrata dai dati del 1° trimestre. La previsione è quella di un calo dell'attività globale del 5,4% quest’anno, un aggiornamento rispetto al -2,9% previsto precedentemente, guidato soprattutto dal deterioramento delle stime per Stati Uniti e Cina. Sono le indicazioni fornite da Keith Wade, chief economist & strategist, Schroders. "Ci aspettiamo che la ripresa sarà graduale con famiglie e imprese che restano caute. Nel 2021 la crescita globale dovrebbe migliorare, al 5,3%, con le politiche fiscali e monetarie che resteranno accomodanti e sul fronte medico l’aspettativa di un vaccino pronto entro la metà dell’anno".


"Abbiamo anche ribassato- riferisce Wade - le nostre stime sull’inflazione globale all’1,5% nel 2020 (dal precedente 1,9%) e all’1,8% nel 2021 (dal precedente 2,1%). Il peggio è passato? Globalmente l’attività nel 2° trimestre sarà probabilmente sugli stessi livelli negativi del 1° trimestre, se non peggiori, dato che i lockdown sono stati estesi ad aprile e maggio. Tuttavia, alcuni dati indicano che il peggio è alle spalle: per esempio, i prezzi dei metalli industriali si sono stabilizzati e i dati sugli spostamenti di Google suggeriscono che le attività nei posti di lavoro stanno riprendendo, anche se a livelli contenuti. Con l’allentamento dei lockdown, nel 3° trimestre dovremmo vedere una sorta di rimbalzo dell’attività, anche se a livelli inferiori rispetto a quanto previsto in precedenza. Riteniamo che l’economia non riuscirà a recuperare tutto il terreno perso nella prima metà dell’anno".


"Ci aspettiamo - spiega l'analista - che la ripresa sarà più debole rispetto alle previsioni precedenti per quattro motivi: difficoltà nella rimozione delle misure di lockdown, legata soprattutto al trade-off tra far ripartire l’economia ed esporre la popolazione al rischio di contrarre il Covid-19. Molti scienziati hanno messo in evidenza il pericolo di una nuova ondata di casi. Cautela da parte dei consumatori: l'esperienza del virus renderà le persone più caute in generale. In alcuni ambiti, le abitudini di spesa non torneranno ai livelli precedenti, soprattutto nei settori viaggi, ospitalità e intrattenimento".


"Ritiro delle misure di supporto: minore supporto per le aziende implica maggiore incertezza per le famiglie sull’occupazione, aumentando la reticenza a spendere. Calo degli investimenti delle imprese: a livello aziendale, l’incertezza peserà sugli investimenti e dopo un brusco aumento dei livelli di debito, ci aspettiamo un periodo di de-leveraging da parte delle società a inizio 2021. Ciò peserà sull’attività e sui redditi, con le aziende che daranno priorità alla riduzione del debito rispetto alla spesa in nuove strumentazioni e tecnologie o in dividendi. Tutto ciò implica che non torneremo sui livelli pre-Covid entro la fine del 2021, rendendo le nostre previsioni più a “U” che a “V”", dice.


Quanto alle previsioni, prosegue Wade, per singola area, per gli Stati Uniti le stime sulla crescita sono ridotte a -8,2% per il 2020 rispetto al precedente -3,9%, in seguito a risultati peggiori del previsto nel 1° trimestre. Eurozona: previsioni sulla crescita ridotte a -6,1% rispetto al precedente -5,7% per il 2020, sulla base dei dati relativi al Pil nel 1° trimestre. Regno Unito: crescita del Pil ridotta dal -7,2% al -8,5% per la stessa ragione. Giappone: l'aspettativa è di una contrazione dell’economia del 5,4% nel 2020 (lievemente migliore rispetto a gran parte delle controparti), riflettendo chiusure minori e forti misure di supporto pubblico. Mercati emergenti: il principale cambiamento riguarda l’outlook per la Cina con la revisione al ribasso le previsioni sulla crescita cinese per il 2020 al 2,2% dal 5%.


Anche per le altre economie del gruppo Bric (Brasile, Russia, India, Cina) sono state riviste le previsioni, con una crescita aggregata prevista a -2,2% rispetto al precedente 1,8%. "In parte ciò è legato al fatto che questi Paesi hanno dovuto imporre lockdown più lunghi rispetto a quanto avevamo previsto e in parte a causa del fatto che a livello globale ci aspettiamo ora una ripresa più lunga, che avrà conseguenze sugli scambi commerciali", conclude Wade.