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Sanità, sindacati medici: no a nuove interpretazioni contratto

Lavoro

Fp Cgil medici, Cisl medici, Uil Fpl area sanità, Cimo Asmd, Fesmed e Fvm contro la posizione delle Regioni in merito alla retribuzione dei ‘saldi di risultato’

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No a una nuova interpretazione del contratto nazionale dei medici, veterinari e dei sanitari pubblici, che ne stravolgerebbe "una consolidata e confermata applicazione". E' la posizione delle organizzazioni sindacali Fp Cgil medici, Cisl medici, Uil Fpl area sanità, Cimo Asmd, Fesmed e Fvm dopo la riunione virtuale all'Aran per l'interpretazione di una questione specifica. L'incontro è stato infatti richiesto dal giudice ordinario del lavoro di Rovigo, in merito a un contenzioso in cui la locale azienda sanitaria della Regione Veneto sostiene che i residui del fondo di posizione dei medici, dei veterinari e dei sanitari possano essere retribuiti come 'saldi di risultato' non a valere per l'anno di competenza e a fronte degli obiettivi già raggiunti, ma solo dopo aver prestato nuovo lavoro a fronte di nuovi obiettivi

“Regioni hanno sottoscritto accordi in vigore”

"Nella presentazione fatta da Aran - lamentano le sigle sindacali - abbiamo appreso che questa posizione è incredibilmente condivisa anche dal Comitato di settore (Regioni) che quindi, evidentemente, avrebbe impudentemente auspicato di poter trovare un accordo sul punto con le organizzazioni firmatarie dei contratti degli ultimi 20 anni. Al contrario, le stesse Regioni hanno sempre condiviso e sottoscritto proprio quei contratti che vigono nel tempo, consolidando oltre la lettera anche la prassi secondo cui: i residui in discussione costituiscono saldo di risultato da esaurirsi nell'anno contabile di competenza a fronte degli obiettivi già resi". Tutto questo "è stato rimarcato oggi dai sindacati presenti, con esplicita e formale dichiarazione". Una presa di posizione con cui le sigle, si legge in una nota, "hanno voluto stigmatizzare il tentativo di ribaltare le regole contrattuali sottoscritte ed esprimere il loro totale dissenso rispetto a una temeraria e disinvolta operazione tentata dall'azienda sanitaria e incomprensibilmente sostenuta dalle Regioni, che inopinatamente contraddicono la loro condotta e manifestano l'intenzione di sottrarsi agli impegni sottoscritti ancora con il contratto nazionale del 19 dicembre 2019".