Una vera odissea che preoccupa i cittadini, costringendoli a un vero e proprio calvario tra inutili conversazioni con il call-center e reclami dall’esito incerto.
"Le bollette pazze sono uno dei problemi più diffusi e i consumatori sanno bene quante difficoltà devono affrontare quando arriva a casa un conto shock: si cerca di capire se quell’importo esorbitante è davvero dovuto oppure se è frutto di un errore dell’operatore, se c’è di mezzo un conguaglio, l’attivazione di servizi premium o chissà quale altra diavoleria". A dirlo l'Unione nazionale consumatori (Unc) .
"Una vera odissea - spiega il presidente Massimiliano Dona - che preoccupa i cittadini, costringendoli a un vero e proprio calvario tra inutili conversazioni con il call-center e reclami dall’esito incerto: con l’Unione nazionale consumatori gestiamo ogni anno migliaia di bollette pazze (nei settori della telefonia, acqua, luce e gas, ma anche per gli abbonamenti delle pay-tv o i servizi internet). Proprio grazie alla nostra pressione, già da qualche anno abbiamo ottenuto il riconoscimento della prescrizione biennale per le maxi bollette di luce e gas (con il diritto del consumatore di rateizzare le bollette pazze dovute a problemi di fatturazione)".
"Quando una famiglia - precisa - si vedeva recapitare conguagli da migliaia di euro a causa di anni di addebiti dovuti a conteggi di consumi meramente stimati, infatti, la richiesta del fornitore copriva i 5 anni precedenti. Oggi, grazie a noi, questo termine è ridotto a 2 anni, ma resta un aspetto non secondario da verificare: quegli importi sono effettivamente dovuti?".
Non sempre è così, "ma purtroppo il cittadino fatica a dimostrare di non dover pagare", avverte.
"E pensare - prosegue - che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato procedimenti istruttori nei confronti di alcune società per valutare violazioni del Codice del consumo in caso di mancata considerazione dell’autolettura; fatturazione basata sui consumi presunti; fatturazione a conguaglio; mancata registrazione di pagamenti effettuati con la conseguente illegittima messa in mora del cliente. In particolare l'Antitrust ha stabilito che l’emissione di fatture per conguagli riguardanti periodi maggiori di 2 anni rappresentano una pratica commerciale contraria ai principi di correttezza, lealtà e buona fede".
"Chiediamoci allora - conclude - perché, nonostante questi provvedimenti, gli operatori hanno continuato a inviare bollette pazze ai consumatori? E’ presto detto: se l’importo non è catastrofico, la maggior parte degli utenti preferisce pagare anche per evitare i solleciti (spesso brutali) delle società di recupero crediti. Forse l’unico modo per cercare di introdurre un freno a questa pratica scorretta è stabilire sanzioni a carico delle aziende che continuano a recapitare bollette pazze con troppa leggerezza".