Sisma L'Aquila: rabbia social, 'istituzioni furono incaute'

Abruzzo

Prof Univaq, vittime condannate più di chi le ha tranquillizzate

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(ANSA) - L'AQUILA, 13 OTT - Indignazione, incredulità, sgomento ma anche rinnovato senso di appartenenza a una comunità che si riconosce in un prima e un dopo quella maledetta notte del sei aprile 2009 e che, da quella notte, ha affrontato insieme tante battaglie, a partire dall'accertamento delle responsabilità in sede penale e civile. Migliaia le reazioni sui social alla sentenza in sede civile del Tribunale riferita al crollo di un edificio in via Campo di Fossa, nel centro dell'Aquila, che riconosce una corresponsabilità delle vittime, pari al 30%, perché la loro fu "una condotta incauta trattenersi a dormire" dopo le due scosse nella notte che hanno preceduto quella devastante delle 3.32.
    "La condotta incauta è delle istituzioni", si legge più volte tra i vari post, condivisi sui social. "Questa sentenza lascia esterrefatti", scrive il medico Vincenzo Vittorini dell'associazione '309 martiri dell'Aquila' che nel sisma perse moglie e figlia. C'è anche chi rivolge un pensiero alle tante battaglie di Antonietta Centofanti. La donna è scomparsa lo scorso anno. "Vergogna - si legge -. per fortuna Antonietta, scomparsa lo scorso anno, non ha dovuto assistere anche a questa beffa". "Io sono sopravvissuta perché sono uscita dopo la seconda scossa della notte - ricorda Roberta Valerio proprio in riferimento all'edificio di via Campo di Fossa - nel mio palazzo il portone era aperto, tutti pensavano di poter uscire. Ma nessuno ha pensato di concorrere in colpa, come io non ho pensato che in quel momento mi sarei messa in salvo".
    Infine, il professore dell'Università dell'Aquila, Antonello Ciccozzi, scrive: "Ora ancora è più chiaro che si sarebbe dovuto capire che poteva arrivare un terremoto, e le vittime sono state condannate più di chi le ha persuase a esporsi al pericolo che poi si è concretizzato nella catastrofe aquilana". (ANSA).
   

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