Dalle abitudini del Camoscio al ruolo degli antibiotici

Abruzzo
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Studio su feci in pascoli della Maiella,pubblicato su One Health

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(ANSA) - SULMONA, 01 GIU - Grazie alla collaborazione tra la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Teramo e il Wildlife Research Center del Parco Nazionale della Maiella nuovi dati sono stati raccolti riguardo allo stretto filo che collega uomo-animali e ambiente e la biodiversità del territorio. A partire da campioni di feci raccolti sui pascoli della Maiella, in modo non invasivo, è stato possibile descrivere la flora batterica che caratterizza animali che vivono nel territorio del Parco, come pecore, capre, cervo e soprattutto il Camoscio appenninico. Sono state descritte differenze nella composizione delle popolazioni microbiche di queste specie animali sulla base delle abitudini alimentari e del grado di condivisione degli ambienti. Inoltre, sono state riportate differenze riguardo alla presenza di geni di resistenza alle molecole antibiotiche, ancora una volta collegabili all'ambiente e alle abitudini alimentari degli animali. I risultati di questo studio pongono l'attenzione sulla peculiarità di specie come il Camoscio appenninico, che risulta unico anche sotto il profilo dei batteri che colonizzano il suo intestino, ma soprattutto viene posta l'attenzione sul fatto che anche animali selvatici, come il Camoscio, che vivono in ambienti di quota, pur se mai trattati con antibiotici, presentano determinanti di antibiotico resistenza.
    Prima della pandemia da Covid-19, una delle maggiori preoccupazioni per la salute pubblica era la crescente resistenza agli antibiotici riscontrata in alcuni batteri. "Nel selezionare le comunità microbiche sia degli animali selvatici sia degli animali domestici al pascolo, un ruolo forte è probabilmente rivestito dalle abitudini alimentari e dalle caratteristiche dell'ambiente - commenta la professoressa Cristina Di Francesco dell'Università di Teramo - Certo è che l'interfaccia fra uomo, animali domestici e animali selvatici merita di essere indagata a fondo, come avviene nel Parco della Maiella, perché questi risultati accendono i riflettori sulla responsabilità dell'uomo nell'utilizzo corretto degli antibiotici e invitano a una rinnovata consapevolezza su quanto le nostre azioni possano avere conseguenze sull'ambiente e sull'intera comunità".
    Le dissertazioni e i risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista scientifica 'One health' e saranno condivisi durante il Seminario Internazionale "Conservation Medicine and Wildlife Health" organizzato dall'Università di Teramo e dal Parco della Maiella nei giorni 16 e 17 giugno 2022 al quale prenderanno parte esperti di Stati Uniti ed Europa.
    L'evento è stato pensato a conclusione del Corso di Perfezionamento in "Gestione Sanitaria della Fauna Selvatica, Medicina della Conservazione e Sanità Pubblica", organizzato dall'Università in collaborazione con il Parco della Maiella, e rappresenta un'occasione unica di formazione per addetti ai lavori e studenti. (ANSA).
   

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