A partire da percorsi luoghi istruzione, 10% è periferico
(ANSA) - L'AQUILA, 28 FEB - In Abruzzo gli investimenti in educazione e formazione nell'ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dovranno fare i conti con le specificità del territorio. È quanto sostiene l'Osservatorio Abruzzo.
"Stimolare la crescita di un territorio, significa porre in essere politiche pubbliche che rafforzino il grado di conoscenze della popolazione, a partire dai percorsi nei luoghi dell'istruzione", si legge in una nota a cura del progetto di Fondazione openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran Sasso Science Institute e StartingUp.
"In Abruzzo - si legge in una nota del progetto - il 9,75% dei minori vive in un comune periferico o ultraperiferico, distante almeno 40 minuti dal polo più vicino. A fronte di una media nazionale del 6,6%".
"Inoltre - prosegue la nota - si tratta di un territorio composto di tante specificità, che vanno dalle competenze nel settore primario di certe aree interne (la conca del Fucino è una delle zone strategiche per la coltivazione di ortaggi nel Paese) ad aree più industrializzate, come la Val Vibrata nel teramano e soprattutto i distretti industriali in provincia di Chieti e Pescara".
Dai risultati delle prove Invalsi, elaborate nell'arco dell'anno scolastico 2020/21, i punteggi medi dei test di matematica mostrano che l'Abruzzo si colloca al di sopra delle principali regioni del mezzogiorno, ma al di sotto della media nazionale, fissata a 191 punti. Scendendo a livello comunale, invece, è Chieti, con un punteggio medio di 191,92, il capoluogo abruzzese con il dato più elevato nei test Invalsi di matematica al quinto anno. Seguono Teramo (185,93), Pescara (184,69) e L'Aquila (182,83).
Rispetto ai "neet" (not in education, employment or training), ossia quei giovani che non studiano, non lavorano né cercano lavoro, l'Abruzzo è in una posizione intermedia rispetto alle altre regioni ma leggermente migliore rispetto alla media nazionale, poco sopra il 20 percento. (ANSA).