Da Philadelphia in Abruzzo per combattere il nazifascismo

Abruzzo

'Il partigiano americano' Patricelli narra storia Berardinucci

(ANSA) - PESCARA, DEC 1 - La storia finora inedita di Renato Berardinucci (Philadelphia 1921-Arischia 1944) è raccontata nel saggio 'Il partigiano americano - Una storia antieroica della Resistenza" (Ianieri Edizioni) di Marco Patricelli, in libreria dal 10 dicembre. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria con il compagno Vermondo Di Federico, la vita di Berardinucci è un romanzo che finisce tragicamente davanti a un plotone d'esecuzione tedesco, quando compie il gesto di lanciarsi contro i soldati per cercare di salvare i compagni, due dei quali scamperanno alla morte. Il tutto accade davanti alla madre, impazzita di dolore e percossa al volto dai militari con i calci dei fucili. Nel 1957 il padre tornerà dagli Stati Uniti per ricevere la medaglia che gli ricordava l'uccisione del figlio visto per l'ultima volta nel 1940, e per cercare la spia che aveva tradito Renato. Patricelli è riuscito nel difficile lavoro di dare alla memoria orale dei compagni del partigiano - per la prima volta la banda ha nomi e cognomi, colmando una clamorosa lacuna storico-documentale - e di quanti furono testimoni dei fatti narrati, con una precisione tale da compensare la quasi totale assenza di fonti scritte. Il volume ha uno stile narrativo da romanzo, ma è un saggio storico, ambientato nell'Abruzzo che per il giovane americano venuto da Philadelphia rappresentò uno choc culturale. A Pescara Berardinucci frequentò il Liceo classico "D'Annunzio", dove conobbe l'ebreo viennese Hans Lichtner - che gli aprì gli occhi su fascismo, nazismo e leggi razziali - e una ragazza con la quale si fidanzò. Il bombardamento del 31 agosto 1943 e lo sfollamento forzato lo portarono verso il paese d'origine dei genitori, Picciano, e qui creò un gruppo di resistenti con una base sul corso del fiume Fino. Il giovane fu un importante contatto con i paracadutisti alleati lanciati dietro alla Linea Gustav; sua la beffa all'armeria tedesca di Penne; suoi i travestimenti grazie ai quali sgusciava ai controlli e anche a un conflitto a fuoco. Nel volume, che evoca una sceneggiatura da film, confluiscono anche importanti memorie familiari dell'autore, recuperando così una storia altrimenti destinata a non poter essere mai più raccontata. (ANSA).
   

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