Uccise sorella: perito, Alberto Scagni era bomba a orologeria

Liguria
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Genitori,pronti a incatenarci davanti procura per nostri diritti

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(ANSA) - GENOVA, 22 DIC - Alberto Scagni, l'uomo che il Primo maggio ha ucciso a coltellate la sorella Alice, "era una bomba a orologeria". Lo ha detto Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, nel corso dell'ultima udienza dell'incidente probatorio sulle condizioni psichiche di Scagni.
    Il perito ha anche sottolineato il nesso causale tra la malattia mentale dell'uomo e l'omicidio. Adesso la procura dovrà chiudere le indagini sull'omicidio.
    Secondo Pirfo, Alberto è semi-infermo di mente ma capace di stare in giudizio, mentre per il consulente della procura Giacomo Mongodi è pienamente capace. Le due visioni contrapposte aveva portato a uno scontro tra gli esperti e a una riapertura dell'incidente probatorio lo scorso novembre. In aula era presente Scagni, difeso dagli avvocati Maurizio Mascia ed Elisa Brigandì, e anche i suoi genitori, Antonella Zarri e Graziano Scagni, assistititi dall'avvocato Fabio Anselmo. Questi ultimi all'uscita hanno puntato il dito ancora una volta contro la procura. "Non hanno iscritto il nostro esposto - hanno detto - e non ci permettono di essere parti civili. Noi siamo nessuno pur avendo una figlia morta e un figlio malato di mente e in carcere. E così non ci permettono di sentire le telefonate che abbiamo fatto al 112 quel giorno ma non solo. A questo punto non ci resta che incatenarci davanti la procura per avere riconosciuto il nostro diritto".
    Per la seconda indagine, quella sulle omissioni, la procura ha indagato due agenti di polizia e un medico della salute mentale che avrebbe dovuto prendere in carico Scagni (ANSA).
   

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