Pm annuncia deposito maxi memoria
"Quando siamo arrivati all'altezza dell'Amiu è diventato tutto grigio, poi abbiamo sentito un boato e il pilone accanto a noi si è sbriciolato ed è venuto giù. Ho visto le macchine cadere. Ho avuto una crisi ostrica e mi hanno ricoverata al Villa Scassi". È il racconto di Paola Suriano, sopravvissuta al crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittima) che quella mattina era in auto con il compagno Loris De Palo e il figlioletto. La donna è stata sentita, insieme ad altri quattro testimoni oculari nel processo che vede imputate 58 persone tra ex dirigenti e tecnici di Aspi e Spea, la controllata che si occupava delle manutenzioni, dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato alle opere pubbliche.
"Sono stata due anni in cura - continua Suriani - due anni in cui ho dovuto anche prendere psicofarmaci". È stato sentito anche il marito, Loris De Palo: "I detriti sono finiti sul cofano della macchina, ho avuto la prontezza di fare retromarcia ma dopo il crollo ovviamente. Non scorderò mai quello che ho visto" racconta ai giudici. "Quel giorno avevo appena terminato il mio turno di raccolta differenziata - spiega un altro testimone, Fabio Ventrice, dipendente Amiu - e avevo parcheggiato il mezzo accanto al pilone del ponte nell'isola ecologica. Ho sentito un boato, forse un tuono, poi altri due boati come fosse un terremoto. Sono rimasto imprigionato nella cabina del mezzo, poi sono riuscito a uscire strisciando all'indietro. Sono rimasto in infortunio per un anno e per lo stesso tempo ho assunto psicofarmaci e fatto psicoterapia per gli attacchi di panico e l'ansia. E talvolta ancora oggi devo assumerne".
Al termine dell'udienza il pubblico ministero Massimo Terrile ha annunciato il deposito di una maxi memoria, che raccoglie le impostazioni dell'accusa. Il processo è stato rinviato al 16 gennaio per sentire il presidente della commissione d'inchiesta ministeriale Alfredo Mortellare e le ultime due parti offese.
(ANSA).