Nell'Ospedale di Savona. Giunta, problema dovuto a covid
(ANSA) - GENOVA, 11 OTT - "Le donne che vogliono abortire all'ospedale San Paolo di Savona da un anno e mezzo sono costrette a farlo nel blocco parto camminando lungo i corridoi dove sentono i gemiti dei bambini appena nati. Questa non è umanità. Voi non siete umani". Lo denuncia il consigliere regionale Roberto Arboscello in un'interrogazione in Consiglio regionale alla Giunta Toti.
Presso l'ospedale San Paolo di Savona nel periodo pre-covid le IVG chirurgiche venivano effettuate nel blocco operatorio della struttura e la degenza era assicurata presso la struttura di day-surgery.
Per la Giunta ha risposto l'assessore Marco Scajola spiegando che "l'emergenza covid ha obbligato a un riassetto sia strutturale sia organizzativo delle interruzioni volontarie di gravidanza all'ospedale San Paolo di Savona, pur comprendendo e condividendo le motivazioni che hanno portato alla segnalazione, nell'immediato non è prevedibile la riapertura della struttura di Day Surgery multi-disciplinare e la ripesa delle modalità operative precedenti all'emergenza covid".
"L'interruzione volontaria di gravidanza per una donna, oltre che un diritto, è una decisione estremamente delicata e spesso sofferta, difficilmente presa con leggerezza, resa ancora più dolorosa dalle possibili difficoltà di individuare e accedere alle strutture in cui viene eseguito l'intervento" rimarca Arboscello sollecitando la Giunta Toti a "ristabilire le modalità operative originali per le interruzioni volontarie di gravidanza nella struttura di day-surgery. (ANSA).