Donato Bilancia, viaggio nel lato oscuro dell'uomo

Liguria

Al Prix Italia il docu di Pino Corrias, in onda il 7/10 su Rai2

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(ANSA) - BARI, 06 OTT - "E' una delle storie più oscure, più coinvolgenti, più spaventose, ma forse anche più istruttive sul lato oscuro della natura umana". La storia - raccontata in un documentario realizzato da Pino Corrias, con Renato Pezzini e la collaborazione di Massimo Calandri, presentato in anteprima al Prix Italia di Bari - è quella di Donato Bilancia, il serial killer più sanguinario della storia d'Italia, capace di provocare ben 17 vittime, 9 uomini e 8 donne, in pochi mesi, dal 15 ottobre 1997 al 20 aprile 1998. "E' una storia di cronaca poco raccontata - dice all'ANSA Corrias che ha scritto e diretto il documentario -. Quando lo prendono, lui resta una settimana senza parlare, ma poi confessa tutto, molto di più di quello che pensano gli inquirenti: loro gli attribuiscono 8 omicidi e lui invece confessa di averne fatti 17". "Le tre vite di Donato Bilancia", una produzione Rai Documentari realizzato con il Cptv Rai Milano, andrà in onda il 7 ottobre alle 21.25 su Rai 2, per il ciclo di Rai Documentari "L'Italia Criminale, quando la cronaca fa la Storia". Il docu-film rintraccia i testimoni delle tre vite di Bilancia, quella del giocatore nella Genova che normalmente non si vede; quella dell'assassino, ricostruita attraverso gli audio originali della confessione resa nei tre giorni e tre notti di interrogatori; quella del carcerato, durata 22 anni, dal 1998 fino al 17 dicembre 2020, quando sarà il Covid a chiudere la sua esistenza e anche il suo mistero. "La sua terza vita l'abbiamo scoperta indagando sugli anni che ha passato in carcere che nessuno aveva mai raccontato - dice Corrias -. La storia di Bilancia si conclude con un anno di processo dove lui non compare mai e i tredici ergastoli. La sua confessione non l'ha sentita nessuno, noi l'abbiamo usata molto perché secondo noi è molto forte". "Lui dice 'io sono un pazzo' perché nel processo gioca la carta della follia - sottolinea Pezzini -, convinto che questo possa generare una revisione del processo, una perizia psichiatrica. Ma poi abbandona anche questa strada". (ANSA).
   

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