La denuncia del consigliere regionale dopo un sopralluogo
"Decine di malati covid in barella stipati in pochi metri quadrati, medici obbligati a visitare sulle ambulanze, fino ad anziani positivi con demenze costretti a stare seduti da 48 ore perché non ci sono abbastanza posti letto disponibili". E' la situazione del pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi di Genova Sampierdarena descritta dal consigliere regionale Ferruccio Sansa al termine di un sopralluogo, compiuto stamani, nella struttura al limite di capienza come "un magazzino".
"I positivi non hanno nemmeno lo spazio per alzarsi, per andare in bagno - denuncia Sansa -. E i sanitari non hanno fisicamente lo spazio nemmeno per passare tra le barelle e andarli a curare".
"Un sanitario mi ha raccontato che in condizioni normali il pronto soccorso di Genova Sampierdarena arrivava ad avere 40 malati. Nei picchi di influenza anche 50. Oggi ci sono quasi 80 malati di covid, più dieci persone dubbie e al piano di sopra quindici persone negative con altre patologie" spiega Sansa.
"La separazione tra zona sporca (quella dei malati di covid) e zona pulita pare molto più efficace che in altre strutture - ribadisce -. C'è una separazione ben definita, oltre la quale non si entra se non si è totalmente protetti Tutto il personale - è successo anche a me - è munito di mascherine, visiera di plastica, tuta, copriscarpe. Tassativamente. Ma dentro, nonostante l'impegno assoluto di medici, infermieri e oss, i malati non hanno spazio. Sono letteralmente uno sopra l'altro".
"E poi a volte non bastano le separazioni tra pulito e sporco. Il virus non ha categorie così nette: 'ci sono i positivi e i negativi', mi ha raccontato un medico nel parcheggio davanti all'ospedale: 'ma ci sono anche persone con sintomi che non sappiamo se siano malate di Covid. In alcuni casi, lo posso testimoniare direttamente, ci sono state persone con tutti i sintomi che poi si sono rivelate negative. E alcune nel frattempo sono state sistemate in una zona a rischio...
speriamo che non si siano ammalate venendo qui'". (ANSA).