Torna a Genova Metafisica di de Chirico

Liguria
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Oltre cento opere dalle maggiori collezioni pubbliche e private

Metafisica e Utopia sono davvero così distanti? probabile, eppure basta guardare gli orizzonti in certe tele di De Chirico per ripensare alle parole di Eduardo Galeano: "L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l'utopia? A questo: serve per continuare a camminare". E camminare lungo il tracciato della mostra 'Giorgio De Chirico. Il volto della metafisica', a Palazzo Ducale di Genova da domani al 7 luglio, significa spingere sempre più lontano un orizzonte che è insieme sogno, incubo, spettro concreto di uno spazio che pur sembrando costante è capace di svelare una evoluzione. Punti di vista, oggetti apparentemente banali che svelano metafisici inquietanti soggetti, e comunque orizzonti che si allontanano.
La rassegna, 100 opere provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private (la Galleria Nazionale di Roma, Palazzo Pitti di Firenze, la Casa-Museo Boschi Di Stefano di Milano, il Mart di Rovereto, oltre alla stessa Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma), non solo segna il ritorno di De Chirico a Genova dopo 25 anni dalla sua ultima esposizione ma propone una revisione critica della complessa attività del maestro a 100 anni dalla decisione di prendere una diversa direzione dalla pittura metafisica a favore di stili e tecniche ispirati al classicismo e ai grandi maestri del passato. In linea con la posizione che de Chirico ha sempre sostenuto, la mostra sottolinea non un distacco, ma un'evoluzione sempre più sofisticata. Ecco dunque la Metafisica continua.
Divisa in sezioni, la mostra su de Chirico proposta dal Ducale e curata da Victoria Noel-Johnson, parla al visitatore del tema del viaggio e del ritorno, del mondo degli esterni metafisici, delle figure, degli interni metafisici, della natura metafisica e si chiude con la sezione 'La metafisica incontra la tradizione' con vari ritratti figurativi che contengono chiari riferimenti alla ritrattistica del 400 e 500: Ritratto della madre (1911) e La signora Gartzen (1913) ma anche autoritratti di de Chirico in abiti del Seicento ispirati alle opere di Rubens e Velázquez.

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