Prato seconda solo a Milano in Italia. Interdette 29 società
(ANSA) - FIRENZE, 16 DIC - Nel 2021 sono state 8.206 le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio (+22,6% rispetto al 2020), registrate in Toscana, pari al 5,9% del totale nazionale, facendone l'ottava regione in Italia. Lo rivela il sesto rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana, realizzato dai ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa e presentato oggi a Firenze. La provincia di Firenze è la prima per numero di segnalazioni in valore assoluto (circa un terzo del totale), seguita da Prato (12%), Pisa (8,9%) e Lucca (8,3%).
Gli incrementi più importanti su base annua si registrano a Pisa (+46,8%), Livorno (+38%) e Massa-Carrara (36,5%).
La provincia di Prato è tra le prime province in Italia per la localizzazione delle segnalazioni (400 unità per 100.000 abitanti), al secondo posto su scala nazionale dopo Milano (441 unità). Secondo i dati della Dia, sono state 11.266 le operazioni analizzate dalla Dia perché ritenute riconducibili direttamente a fenomeni di criminalità organizzata, pari al 5,8% del totale nazionale (+88% sul 2020). Nel 2021, il numero di società destinatarie di un provvedimento interdittivo anti-mafia è stato di 29, (-15% sul 2020), ma superiore rispetto alla media registrata nel Centro-Nord (22,4). Negli ultimi due anni il numero di interdittive emesse nella regione (63 provvedimenti) è superiore a quello registrato complessivamente nei sei anni precedenti (50), facendo della Toscana la quarta regione del Centro-Nord per numero di provvedimenti prefettizi dal 2014 al 2021, con un incremento nell'ultimo triennio superiore alle regioni più attive su questo fronte di prevenzione antimafia (+106%). Nel 2022 il numero di interdittive è pari a 22 (aggiornato a settembre).
Infine, il rapporto sottolinea che il quadro del rischio associato all'uso relativo del contante evidenzia forti criticità per il territorio toscano. La Toscana è l'unica regione in Italia, fatta eccezione per Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige, a presentare un rischio medio-alto e superiore in tutte le province del territorio regionale. (ANSA).