In due volumi editi da Archinto il rapporto tra i due studiosi
(ANSA) - FIRENZE, 23 FEB - Archinto pubblica due libri che raccontano il lungo e ininterrotto dialogo tra due protagonisti della storia dell'arte del Ventesimo secolo, Roberto Longhi e Giuliano Briganti. Il primo, 'Roberto Longhi' a cura di Giovanni Agosti (168 pagine, 18 euro), raccoglie gli scritti che in quasi quarant'anni Briganti ha dedicato al grande studioso: una sorta di esame di coscienza, in pubblico, sulla natura dei rapporti tra maestro e allievo. Il secondo, 'Incontri. Corrispondenza 1939-1969', a cura di Laura Laureati (208 pagine, 18 euro), contiene l'intero carteggio Longhi-Briganti e indaga il versante più privato del rapporto fra i due studiosi, che inizia più indietro nel tempo rispetto al più antico dei testi che compaiono nel volume curato da Agosti: Giuliano conosceva infatti Longhi fin dall'infanzia. I testi raccolti nel primo titolo coprono l'arco che corre dalla celebrazione di Longhi, nel 1955, sulle pagine della 'Fiera letteraria', in cui Briganti festeggiava il maestro in compagnia di Cecchi, Toesca, Contini, Bassani, Bertolucci, Volpe, Pallucchini, Soldati, fino ai molti interventi pubblicati sulle pagine de La Repubblica, quotidiano cui Briganti ha dedicato decenni della sua attività, cercando di mettere a punto uno stile di informazione accessibile e chiaro, non vanamente polemico, ma sempre percorso da una forte tensione civile. Sullo sfondo scorre il panorama della storia dell'arte in Italia nel secondo Novecento, tra editoria, università e inesorabile, progressiva, perdita di autorevolezza culturale.
"Incontri' dipana il carteggio iniziato quando Longhi è un 49enne professore universitario già molto noto, e Giuliano Briganti - figlio di Aldo, collega e amico - un 21enne studente che si laureerà un anno dopo. Il primo documento è un telegramma dell'agosto 1939. L'ultimo, datato 2 aprile 1969, è un'affettuosa lettera di Longhi, ormai ottantenne e vicino alla morte (3 giugno 1970) inviata al figlio del compagno di gioventù. Briganti ha quasi cinquant'anni ed è già maestro, ma non ha dimenticato che "gli allievi e non solo i libri […] sono fatti per riunire gli uomini al di là della morte e difenderci contro il nemico più implacabile di tutta la vita: la dimenticanza". (ANSA).