Stragi naziste: morto Enrico Pieri superstite a S.Anna

Toscana

Per tutta la vita ha testimoniato eccidio nazista del 1944

(ANSA) - SANT'ANNA STAZZEMA (LUCCA), 10 DIC - E' morto, dopo una malattia, Enrico Pieri superstite dell'eccidio nazifascista di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) del 12 agosto 1944, era nato il 19 aprile 1934. Era presidente dell'Associazione Martiri Sant'Anna Stazzema, ha dedicato tutta la vita a far conoscere la strage ed ha perfino donato all'associazione la sua casa d'infanzia, la stessa in cui fu sterminata la sua famiglia (i genitori, due sorelle, nonni, zii, cugini), luogo dove favorire incontri e dare spazio alle delegazioni di studenti e ricercatori che si recano a Sant'Anna per informarsi e approfondire la conoscenza storica di quegli eventi.
    Enrico Pieri aveva 10 anni quando riuscì a salvarsi dallo sterminio. Era commendatore dell'ordine al merito della Repubblica Italiana conferito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La Repubblica Federale Tedesca lo ha insignito del cavalierato insieme ad Ennio Mancini altro superstite della strage. La sua vita lo ha visto impegnato in prima linea anche nelle scuole, per divulgare quanto accaduto a Sant'Anna il 12 agosto 1944 ed anche se le sue condizioni di salute erano ormai precarie fino all'ultimo ha voluto essere in prima linea e farsi testimone di quella barbarie a cui era sopravvissuto. "Un giorno triste per la Toscana. Si è spento Enrico Pieri, superstite dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema. È stato un testimone di libertà ispirando tantissimi giovani che negli anni hanno ascoltato la sua storia". Lo ha scritto sui social il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani,. "Se ne va un amico, se ne va un pezzo di memoria della nostra regione che dobbiamo sempre tenere viva - aggiunge il governatore - Perdiamo un pezzo di memoria: una persona che sapeva parlare ai giovani di un dramma e di una barbarie come la strage che nazisti e fascisti consumarono a Sant'Anna di Stazzema il 12 agosto 1944 ma anche illuminarli sull'importanza di sentirsi ed essere europei. Era instancabile e senza dimenticare sapeva guardare al futuro e all'Europa", ha anche detto il presidente della Toscana Eugenio Giani ricordando Enrico Pieri, superstite e testimone, a dieci anni, di uno delle stragi più efferate consumate dai tedeschi in ritirata durante la Seconda guerra mondiale. Quella mattina, ricorda Giani, "nel paese di Sant'Anna allora diviso in più borghetti, soldati guidati da fascisti della Versilia soffocarono infatti in poche ore 560 vite per poi dare quasi tutto alle fiamme: 394 saranno alla fine le vittime identificate. Enrico Pieri, a gennaio di undici mesi fa, con la pioggia a tintinnare sopra le spalle, lo raccontava dal monte di Sant'Anna che si affaccia sul mare della Versilia ai ragazzi delle scuole toscane nel Giorno della memoria, quello che ricorda la liberazione del campo di Auschwitz. Oggi Enrico Pieri, 87 anni, insignito nel 2020 commendatore all'Ordine al merito della Repubblica, se n'è andato. Era malato, ma fino all'ultimo ha voluto essere in prima linea".  "Ero rimasto solo, ho perso tutta la mia famiglia", "della mamma non ricordo la voce". Lo diceva Enrico Pieri - come ricordano nel loro cordoglio il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, il Parco nazionale della pace, il Museo storico di Sant'Anna riprendendo frasi delle sue testimonianze - cominciando il racconto della sua vita davanti a migliaia di giovani e adulti che ha incontrato nella vita per dare la sua testimonianza di superstite dell'eccidio nazista di Sant'Anna di Stazzema del 12 agosto 1944. Aveva 10 anni, Enrico, quel 12 agosto 1944 quando, nascosto in un sottoscala della casa, assistette al massacro di tutta la sua famiglia. "Da quello spettacolo osceno, che nessun bambino dovrebbe mai nemmeno immaginare, è proseguita una vita fatta di lavoro, di impegno, di coerenza, di insegnamento - lo ricordano oggi a Sant'Anna - Enrico è stato un testimone, ma è stato molto di più. E' stato un uomo che con il suo operato, nel silenzio delle sue montagne, ha saputo essere simbolo di un luogo, di un pensiero, di un futuro chiaro nella sua mente, perché chiara era la sua visione di un'Europa forte, stabile, antifascista, un'Europa più umana, di pace e dialogo fra i popoli, di solidarietà fra le persone". "Per tutta la vita la notte ho sognato che dovevo sempre fuggire, ero inseguito - diceva Enrico Pieri -. Avevo un rifugio, dove andavo a pascolare le pecore. Lo usavo per nascondermi, come nel sottoscala. E mi svegliavo". "Enrico Pieri sapeva parlare con la stessa forza anche del presente - afferma il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona - A Sant'Anna e negli altri luoghi della memoria si è scritta la Costituzione, si è fondata l'Europa, diceva. Esprimeva tutta la sua preoccupazione per la rinascita dei nazionalismi in Europa, per una politica che troppo spesso si fa populista, che non sa opporsi con decisione a rigurgiti fascisti, che dimentica lo spirito liberale e democratico con cui è stata scritta la Costituzione. Enrico Pieri è stato per tutti noi un insegnamento. Ha lasciato un vuoto incolmabile". "L'ultima volta che ho visto Enrico Pieri è stato il 25 aprile, a Stazzema, nel luogo dove i nazifascisti avevano commesso una delle loro stragi più tremende - scrive il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, -. Come ogni anno Enrico ha voluto raccontare ai giovani quello che è stato l'orrore della strage di Sant'Anna, dove lui è miracolosamente sopravvissuto nascondendosi sotto la scala mentre i nazifascisti ammazzavano i sui genitori, le sue sorelle, i suoi nonni. La sua scomparsa, oggi, mi riempie di dolore e lascia a tutti noi un'eredità e un dovere morale enorme: raccogliere il testimone della memoria e continuare a raccontare affinché quell'orrore non si ripeta mai più".

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