Perchè suo valore universale in saggio Benocci e Pellegrini
(ANSA) - FIRENZE, 10 SET - Come e perché il paesaggio della Val d'Orcia, in provincia di Siena, ha acquisito negli ultimi trent'anni un valore così universale nel segno del suo paesaggio. Un vero e proprio fenomeno che, complice anche il riconoscimento Unesco del 2004, è diventato anche economico e soprattutto sociale. E' quanto si propone di indagare il saggio giornalistico 'Valore Val d'Orcia' (Primamedia editore, 216 pagine, 15 euro), scritto da Lorenzo Benocci e Cristiano Pellegrini, con prefazione di Osvaldo Bevilacqua, in uscita il 20 settembre.
"Un luogo concreto ma aperto a tutti i sogni". Così Mario Luzi descriveva la Val d'Orcia, che da paesaggio 'lunare' a territorio agrario ha finito appunto per assumere il ruolo di icona universalmente riconosciuta in tutto il mondo. Un luogo che accoglie simboli tra i più conosciuti e riconoscibili della Toscana: i cipressi di San Quirico, la cappella di Vitaleta, il podere Belvedere, la strada della Foce, fino alle location di film pluripremiati con gli Oscar, da 'Il gladiatore' a 'Il paziente inglese'. Gli autori, in un dialogo con professionisti nel campo giuridico, economico, sociale, psicologico, del marketing e della fotografia e con protagonisti del mondo imprenditoriale, vogliono offrire anche spunti sul perché un prodotto agricolo fatto in un territorio bello è già di per sé anche buono e desiderato. (ANSA).