Scambio opere: a Galleria Accademia Firenze busto Michelangelo
(ANSA) - FIRENZE, 30 AGO - La Pala del Trebbio di Sandro Botticelli e bottega, conservata alla Galleria dell'Accademia di Firenze, il 2 settembre andrà a Parigi in prestito al Musée Jacquemart-André per essere esposta nella mostra 'Botticelli Artiste et designer', che si tiene dal 10 settembre al 24 gennaio.
La mostra parigina, commenta Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell'Aaccademia, "celebra il genio creativo di Sandro Botticelli e l'attività del suo atelier. Sono molto contenta che la Pala del Trebbio, straordinario esempio del maestro del Rinascimento e della produzione del suo laboratorio, che fa parte del nostro museo, vada a colmare un tassello in questo importante progetto, a cura di Ana Debenedetti e Pierre Curie, che ha come filo conduttore l'attività, anche un po' misteriosa, della bottega dell'artista fiorentino. Un prestito che si inserisce in un rapporto di collaborazione reciproca con altre istituzioni internazionali, e che vedrà, nel prossimo dicembre 2021, il busto di Michelangelo, appartenente alla collezione del museo parigino, arrivare alla Galleria dell'Accademia di Firenze per la mostra che raccoglierà, per la prima volta, le nove effigi in bronzo, attribuite a Daniele da Volterra, che ritraggono Michelangelo Buonarroti. Un segno di ripartenza in un momento come quello che stiamo ancora vivendo, dovuto alla pandemia".
La Pala raffigura la Madonna con il Bambino e i Santi Domenico, Cosma, Damiano, Francesco, Lorenzo e Giovanni Battista. Datata tra il 1480 e il 1500, proviene dalla Villa medicea del Trebbio, fu probabilmente commissionata all'artista da Lorenzo di Pierfrancesco dei Medici, e testimonia proprio come si lavorava nelle botteghe dell'epoca: in questo particolare caso, per esempio, il maestro ha realizzato, con buona probabilità, il disegno e le parti centrali, delegando agli allievi le parti restanti. Il dipinto, nel corso del tempo, è stato sottoposto a un complesso intervento di restauro: la parte pittorica è stata trasferita dalla tavola alla tela, una particolarissima pratica nata nel Settecento e non più in uso, che è stata utilizzata quando il degrado del supporto ligneo non permetteva più la conservazione del colore. (ANSA).