Giorno memoria: 550 studenti toscani partiti per Auschwitz

Toscana
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Saluto di Rossi: 'Reagite indifferenza, viaggio vi cambierà'

(ANSA) - FIRENZE, 20 GEN - E' partito un po' prima delle 13 di oggi, dalla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, il Treno della memoria diretto in Polonia: un viaggio di almeno diciannove ore che porterà 550 studenti toscani, a bordo di sedici carrozze, a Oswiecim (orario d'arrivo intorno alle 7.53).
    Un'ora prima il presidente della Toscana Enrico Rossi, che raggiungerà gli studenti martedì sera a Cracovia, aveva salutato i ragazzi alla partenza, invitandoli a non essere indifferenti di fronte agli orrori e alle tragedie che ancora oggi accadono nel mondo, ogni volta che vengono calpestati i diritti delle persone.
    "Quando settanta e più anni fa Auschwitz e gli altri campi di sterminio nazisti sono stati aperti - ha sottolineato Rossi - tutt'attorno c'erano villaggi, come oggi. Si vedevano il fumo e i treni carichi di persone arrivare, si sentiva l'odore della carne bruciata. C'era il fumo e la gente sapeva. O sospettava.
    Come potevano sopportare? Perché non hanno reagito, vi chiederete". Hanno semplicemente voltato gli occhi dalla parte opposta. L'indifferenza è un male e il treno della memoria toscano vuole essere un antidoto anche per questa piaga. "I testimoni sopravvissuti a quell'orrore - dice ancora Rossi - vi aiuteranno: a capire, a porvi quantomeno domande. E tornerete diversi da come siete partiti". Lo confermano e lo ripetono ogni volta, a chi glielo chiede, anche Andra e Tatiana, le due sorelle scampate a Birkenau e agli esperimenti del dottor Mengele, che nuovamente saranno con gli studenti toscani nel viaggio della memoria (ne hanno fatti già nove). Tatiana viaggia sul treno con gli studenti, Andra li aspetta in Polonia. "Dal viaggio della memoria si torna diversi: cambiati e in meglio" dicono. "Quando si parte c'è una bella allegria - raccontano -.
    Vedi i ragazzi preparati e consapevoli certo, ma tranquilli e curiosi soprattutto". "Poi però - riprendono - quando si torna i loro occhi sono diversi. Lo notiamo noi, lo capiscono loro e se ne rendono conto anche i genitori una volta a casa".(ANSA).
   

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