Ospite di Sky TG24 in diretta da Villa Torlonia c’è l’amministratore delegato di uno dei marchi di alta moda italiana. “Forse bisogna tornare a fare prodotti che siano sì costosi ma non cari solo perché si è voluto spingere su marketing e comunicazione: bisogna forse rivedere le priorità e focalizzarsi di più sul prodotto”, ha spiegato Marenzi
Nelle aziende, di moda ma non solo, bisognerebbe avere una “visione familiare a lunghissimo termine, dove non si guardi neanche agli step intermedi economici”. La pensa così Claudio Marenzi, ad di Herno, uno dei più famosi marchi di alta moda italiana. In Italia è molto forte il concetto di Made in Italy: “Noi italiani non siamo gli unici ad essere nati con l’idea dell’importanza dei prodotti manifatturieri ma, nel tempo, siamo rimasti gli unici. Noi di Herno - ha spiegato - più o meno facciamo un 50% della produzione in Italia e un altro 50% in est Europa. Questa differenza la facciamo in base alla preziosità del tessuto: tutto ciò che è prezioso, cashmere ad esempio, si fa in Italia. Tutto ciò che è materia tecnica, performante ma meno preziosa, lo facciamo con una manifattura altrettanto tecnica ma meno preziosa che è quella rumena. In questo modo, io credo, darò un valore ancora più grande al Made in Italy”.
Un tema importante è quello della sostenibilità che ormai si è affermato e detta le sue regole anche nel mondo della moda. “Scelte responsabili e sostenibilità hanno un costo se messe in atto davvero - ha spiegato Claudio Marenzi - e di questo il consumatore ogni tanto non si rende conto. Il consumatore vuole la sostenibilità ma non è pronto ad accettarne le conseguenze sui prezzi. In italia abbiamo regole molto stringenti su questo. In Paesi nebulosi come l’estremo Oriente, invece, questo non c’è: la sostenibilità è fatta anche di certificazioni che noi fatichiamo a ottenere ma che lì vengono solo firmate ma poi non davvero realizzate. Alcuni marchi europei e anche italiani fanno affari magari in Paesi come il Bangladesh, dove ottenere la firma di sostenibilità è facile ma poi non è reale”.
Un ultimo commento dell’amministratore delegato di Herno riguarda le grandi manifestazioni e le grandi campagne di marketing che girano attorno al mondo della moda. “Io penso - ha detto - che la moda dei grandi marchi sia andata un po’ oltre e abbia spettacolarizzato gli eventi che iniziano a mio avviso a impattare in maniera negativa sul consumatore. Forse bisogna tornare a fare prodotti che siano sì costosi ma non cari solo perché si è voluto spingere su marketing e comunicazione: bisogna forse rivedere le priorità e focalizzarsi di più sul prodotto”.
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