PNRR: a che punto siamo? Uno sguardo sull'Italia e sugli altri Paesi

Ad oggi l’Italia ha ricevuto quasi 113,5 miliardi di euro dall’Unione europea grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il dispositivo economico messo in campo da Bruxelles nel 2021 per contrastare gli effetti negativi della pandemia da Covid-19. I fondi stanziati, che in totale ammontano a 194,4 miliardi di euro, sono in parte prestiti da restituire e in parte sovvenzioni a fondo perduto. I finanziamenti vengono distribuiti in 10 tranches erogate tra il 2021 e il 2026 e per sbloccare ogni rata è necessario aver raggiunto una serie di “milestones & targets”, degli obiettivi sotto forma di investimenti e riforme. L’Italia, fino ad ora, ha raggiunto il 37% degli obiettivi fissati, realizzando 434 investimenti e 183 riforme. In maggio è stata sbloccata la quinta rata di pagamenti da 10 miliardi. Ma i soldi ricevuti e gli obiettivi raggiunti non sono l’unico e il più efficace dato per monitorare lo stato di avanzamento del PNRR. Per capire in maniera più concreta a che punto siamo sarebbe infatti necessario guardare ai soldi effettivamente spesi fino ad ora, dato che per colpa di lungaggini burocratiche che rallentano i progetti e l’incapacità degli enti locali nel presentare proposte di progetto adeguate, non sempre tutti i soldi erogati vengono spesi. A quanto si evince dalla quarta relazione al parlamento sull’attuazione del PNRR, a fine 2023 l’Italia ha speso circa 43 dei 100 miliardi erogati fino ad allora dall’Ue. In particolare, regioni ed enti locali sono riusciti a spendere 21,1 miliardi invece dei 40,9 che il governo aveva previsto a fine 2022. Questo aggiornamento, tuttavia, risale a più di sei mesi fa e non esistono dati più attuali, poiché lo Stato non fornisce uno strumento agile e trasparente per verificare in tempo reale la capacità di spesa. E gli altri paesi? L’Italia è il Paese europeo che in assoluto riceverà più finanziamenti da Bruxelles nell’ambito del PNRR. Ma guardando al rapporto tra i fondi stanziati in percentuale al PIL, per il nostro Paese questo ammonta al 9,32%: ci superano Grecia , Croazia e Spagna . Il Paese che fino ad ora ha ricevuto la percentuale più alta dei fondi assegnati è la Francia, che è riuscita a sbloccarne quasi il 77% - più di 30 miliardi su circa 40. Danimarca, Italia ed Estonia sono gli unici altri Paesi ad aver già ricevuto più della metà dei fondi previsti, rispettivamente il 59%, il 58% e il 53%. Chi, secondo il portale della Commissione europea, non ha invece ancora visto alcun soldo sono Svezia e Paesi Bassi, che non hanno nemmeno raggiunto alcuno tra gli obiettivi necessari per sbloccare le rate. Per quanto riguarda la Svezia, il motivo risiede nel fatto che il Paese scandinavo ha deciso di non richiedere alcun prestito a Bruxelles. La Francia è anche il Paese che ad oggi ha raggiunto la percentuale maggiore degli obiettivi prefissati: il 73% tra riforme e investimenti. Seguono a distanza Danimarca e Lussemburgo , tutti gli altri, Italia inclusa, rimangono sotto il 40%. L’Ungheria di Orban non ha raggiunto alcun obiettivo e di conseguenza ha ricevuto solo i fondi del pre-finanziamento: poco più dell’8% sul totale degli oltre 10 miliardi stanziati.

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