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Hedge Fund, cosa sono i fondi speculativi che scommettono sul debito

Economia
©Getty

Ancora una volta, nell'estate 2022, gli investitori internazionali hanno iniziato a scommettere contro l’Italia, come già accaduto in passato: ecco la loro identità  e chi sono coloro che li finanziano

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L’estate 2022 come il 2008 e il 2011. Il film sembra già visto: le turbolenze politiche a Roma portano gli investitori internazionali a scommettere contro l’Italia. E i principali protagonisti sono proprio gli hedge fund, fondi speculativi nati negli Stati Uniti nel secondo dopoguerra, che ormai rappresentano i veri protagonisti della finanza internazionale. Il loro mondo e le loro regole hanno dato vita alla serie tv “Diavoli” in onda su Sky e con protagonisti Alessandro Borghi e Patrick Dempsey, ma dietro c'è un sistema di regole, poche ma chiare, e di finanziamenti che rappresentano i paletti oltre i quali non si può andare.

Chi sono

Quando si parla di hedge fund, la prima domanda che viene in mente è: chi c'è dietro? A mettere i soldi in questi contenitori speculativi sono soprattutto sottoscrittori benestanti, che possono permettersi di destinare risorse piuttosto cospicue ad investimenti ad alto rischio. Perciò l’ingresso avviene con una quota piuttosto alta, spesso tra i 500 mila e il milione di euro, mentre viene escluso il pubblico risparmio, in modo tale da evitare che strumenti tanto complessi possano essere usati da persone non solo prive dei fondi necessari ma anche degli strumenti per comprendere. Le regole che danno vita agli hedge fund sono più lasche rispetto a quelle dei più comuni fondi pubblici di risparmio: questo significa che il fondo speculativo può decidere di investire in strumenti finanziari più sofisticati, come i titoli derivati, e scegliere in modo autonomo se rialzare o ribassare i prezzi di acquisto o di vendita a seconda dell’opportunità. A dispetto del nome, che suggerisce l’idea di una tendenza alla copertura (hedging) del rischio, questi fondi sono al contrario caratterizzati da strategie molto audaci di assunzione di rischiosità. Come ricorda Borsa Italiana, “il gestore di un hedge fund non si propone di superare o seguire un indice di riferimento (benchmark), ma tende a fissare un valore assoluto di rendimento da raggiungere ogni anno”, un obiettivo diverso di anno in anno, che permetta di far contenti tanto coloro che ci lavorano quanto i sottoscrittori che, in caso di esito positivo delle operazioni, possono ricevere corposi dividendi. È possibile anche uscire da un hedge fund: al momento della sottoscrizione delle quote vengono anche fissate delle apposite finestre temporali per ritirarle.

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In cosa investono

Essere molto liberi significa anche investire in campi spesso molto diversi. Gli ultimi anni ci ricordano che sono stati i fondi di investimento a colpire la lira a inizio anni ’90 (in particolare George Soros) e i Paesi dell’area mediterranea e l’Irlanda nel 2011 (una scena che si vede anche in “Diavoli”). Possono anche comprare o vendere allo scoperto titoli, prevedendo un loro rialzo o ribasso: un sistema che spesso incide in modo pesante sui prezzi del mercato. Ed è quello che adesso sta succedendo con l’Italia, come sottolinea il Financial Times, che rimarca come questo "sia il più grande attacco speculativo a Roma dai tempi della crisi del debito sovrano”. Il valore totale delle obbligazioni italiane prese in prestito dagli investitori per scommettere su un calo dei prezzi ha infatti raggiunto questo mese il livello più alto da gennaio 2008: siamo infatti arrivati ad oltre 39 miliardi di euro, secondo i dati di S&P Global Market Intelligence. “L’Italia è il Paese più esposto in termini di ciò che accade ai prezzi del gas e la politica è impegnativa”, ha dichiarato sempre al Financial Times Mark Dowding, chief investment officer di BlueBay Asset Management, che in questo momento gestisce circa 106 miliardi di dollari di asset e sta vendendo allo scoperto obbligazioni italiane a 10 anni. In questa crisi italiana centra sicuramente il nostro debito pubblico,  le dimissioni del governo Draghi, il cui arrivo aveva instaurato un periodo di relativa stabilità, e anche la crisi del gas russo, visto che Roma viene vista dagli investitori internazionali come uno dei Paesi europei più a rischio. Una situazione che potrebbe diventare ancora più esplosiva con l’arrivo del nuovo governo: sulla coalizione del centrodestra, e in particolare sulla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, si sono concentrate le attenzioni delle maggiori cancellerie europee, che intendono capire come si muoveranno dopo il voto del 25 settembre che potrebbe dar loro una schiacciante maggioranza nel nuovo Parlamento italiano.

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Il ruolo della Banca centrale europea

In tutto questo non va dimenticato il ruolo di un altro attore molto importante, la BCE. La crisi di dieci anni fa si chiuse con il celebre “Whatever it takes” pronunciato dell’allora presidente Mario Draghi ma oggi la storia sembra essere differente: nonostante Christine Lagarde, che ha preso il posto dell’attuale premier italiano, abbia adottato uno scudo antispread per evitare che i Paesi dell’eurozona abbiano dei rialzi dei rendimenti eccessivi rispetto a quello di Paesi come la Germania, la situazione resta difficile. “È come fare il gioco del pollo con la BCE”, ha dichiarato Decio Nascimento, chief investment officer dell'hedge fund Norbury Partners, che non sta prendendo parte a questa speculazione contro l’Italia. Potrebbe non bastare, visto che il TPI, questo scudo antispread che consiste in acquisti sul mercato secondario di titoli di stato della durata residua tra 1 e 10 anni, si può attivare a discrezione del board BCE, che deve però prima analizzare la sostenibilità del debito pubblico insieme a Commissione europea, MES e Fondo Monetario Internazionale. Il Paese che ne beneficierà dovrà anche conformarsi alle richieste previste dal Recovery Fund e a quelle specifiche raccomandate dalla Commissione. Paletti non indifferenti e uno scudo che potrebbe non essere affatto semplice da attivare. “La BCE non può semplicemente acquistare l'Italia”, ha affermato Downing, evidenziando come sia possibile piazzare una scommessa ribassista sull’Italia. La difficoltà di Lagarde a mediare tra l’intransigenza dell’ala rigorista dei Paesi del nord Europa e le richieste dei Paesi mediterranei potrebbe alla fine darla vinta ancora agli hedge fund. E questo sarebbe un problema.

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