Università e lavoro, insegnare nella scuola primaria: impiego (quasi) assicurato

Quali sono le lauree che garantiscono le migliori probabilità di trovare lavoro subito dopo la fine degli studi? Ingegneria, certo. Informatica, sicuro. E pure Economia, ovviamente. Ma tra i “soliti noti” c’è anche un indirizzo di studi che non siamo abituati a inserire nel ristretto novero di quelli che assicurano un impiego. E’ Formazione primaria, il corso magistrale a ciclo unico che abilita all’insegnamento nelle scuole elementari. Certo, meglio dirlo subito, non garantisce né nell’immediato né sul medio termine salari paragonabili alle altre lauree citate, ma il posto quello sì. E a provarlo sono, una volta di più i dati di AlmaLaurea che ci accompagnano in questa serie di approfondimenti su Università e occupazione. LAVORO E UNIVERSITÀ: GLI APPROFONDIMENTI IN PROGRAMMA Economia Giurisprudenza Ingegneria Medicina Informatica Architettura Formazione primaria Psicologia Politico-sociale Settore scientifico Occupazione primaria Il maestro o la maestra elementare o, più precisamente, di scuola primaria è in questo preciso momento storico una professione assai ricercata. Lo dimostrano, come abbiamo accennato, i tassi di occupazione dei laureati in questa disciplina a tre anni dalla fine degli studi che superano il 90%. Si tratta di percentuali che si trovano di solito tra coloro che provengono da facoltà considerate ben più attrattive sul mercato contemporaneo. E invece, almeno da questo punto di vista, l’insegnante di scuola primaria può rivaleggiare con l’ingegnere o l’informatico. Si studia, si discute la tesi e si inizia a lavorare, spesso anche prima. Stipendi elementari Certo, il discorso cambia se dall’occupazione pura e semplice passiamo agli stipendi a cui si può aspirare. Sotto questo aspetto vista non c’è partita. Ingegneri, informatici e laureati in Economia al primo impiego guadagnano ben di più degli insegnanti di scuola primaria. I quali, a tre anni dalla fine degli studi, si fermano poco sotto i 1.500 euro netti mensili. Non è tanto. Anche e soprattutto considerando che si tratta di una posizione delicata ed importante, a volta decisiva, nel percorso educativo dell'alunno. Ma siamo in Italia e un fatto che sembra essere stato compreso altrove dalle nostre parti sembra faticare a farsi strada nella testa di chi decide le politiche dell’istruzione del Paese. Come mostrano i dati più recenti di Eurydice, organizzazione che raccoglie informazioni sui sistemi educativi Ue, gli stipendi degli insegnanti italiani di ogni ordine e grado sono tra i più bassi del Vecchio continente. E quelli della primaria non fanno eccezione: si situano laggiù nella parte bassa della classifica. In attesa di un cambio di orientamento su questo fronte, si può constatare un fatto curioso. Anche in un ambito a stragrande maggioranza di donne, i laureati maschi tendono a guadagnare un po’ di più delle colleghe femmine. Si tratta di differenze percentuali basse ma è comunque uno scarto a favore sempre dello stesso genere, quello maschile. Efficacia della laurea Cinque anni di corso magistrale. E poi i tirocini. E infine l’impiego che, abbiamo visto, giunge puntuale e abbastanza in fretta. Ma quanto preparano gli studi in Formazione primaria a quello che poi si deve affrontare sul campo? Ovvero a scuola, nelle classi, in mezzo ai bambini? La buona notizia che arriva dai dati è che i laureati in questo settore hanno pochi dubbi in proposito: le ore passate nelle aule universitarie e sui libri non sono stati fatica sprecata, anzi. Oltre il 96% degli intervistati ritiene infatti che il percorso effettuato sia “efficace” o “molto efficace” nel lavoro che stanno svolgendo. Percentuali, come già quelle dell’occupazione, vicine all’eccellenza, tra le più alte tra tutte le lauree di tutti gli indirizzi.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Università e lavoro, insegnare nella scuola primaria: impiego (quasi) assicurato

Raffaele Mastrolonardo