Università e lavoro, Architettura e Ingegneria civile: la guida

Progettare un palazzo. O un ponte. Oppure pensare alla ristrutturazione di un appartamento. O, ancora, contribuire ad un piano regolatore e allo sviluppo urbanistico di un territorio. O rendere più vivibili degli spazi esterni, come parchi e giardini. Si tratta di competenze diverse, a volte anche molto diverse tra loro. Ma tutte - insieme a molte altre che non abbiamo elencato - riconducibili a un gruppo disciplinare che nell’università italiana va sotto la denominazione di “Architettura e Ingegneria civile”. Un insieme di corsi che questa settimana finisce sotto la lente dei dati per capire quali prospettive di carriera offre a chi lo sceglie. LAVORO E UNIVERSITÀ: GLI APPROFONDIMENTI IN PROGRAMMA Economia Giurisprudenza Ingegneria Medicina Informatica Architettura Formazione primaria Psicologia Politico-sociale Settore scientifico Occupazione: cosa ci dicono i dati Costruirsi una carriera attraverso il percorso Architettura e Ingegneria civile, allora? A parte l’involontario gioco di parole, la risposta è sì. Nel senso che si tratta di un progetto legittimo. Vale a dire realistico e realizzabile, e i dati spiegano il perchè. La percentuale di occupati a tre anni dal conseguimento di una laurea magistrale biennale in questo gruppo disciplinare è infatti mediamente piuttosto alta. Giusto per capirci, la percentuale più bassa, si fa per dire, riguarda proprio il percorso di Architettura pura e semplice che si ferma al 92,6% . Il resto del gruppo disciplinare è tutto sopra questo livello già di per sé lusinghiero. Spicca Pianificazione territoriale con il 97,3%, una delle quote di occupati più alte in assoluto , seguita da Ingegneria civile e Architettura del paesaggio . Completano il quadro Ingegneria dei sistemi edilizi e Ingegneria per l’ambiente e il territorio . Stipendi: le medie mensili Dunque, che si vogliano progettare palazzi, ponti o spazi esterni, il lavoro si trova abbastanza facilmente in tempi piuttosto rapidi. Almeno così raccontano i dati di AlmaLaurea. Ma il posto è solo una variabile, seppur necessaria, dell’equazione. L’altra, necessaria anche questa, è lo stipendio. E quanto a salari, il gruppo disciplinare di cui stiamo parlando si comporta abbastanza bene, almeno per alcuni corsi di laurea, anche se non al livello delle ingegnerie dell’ambito STEM o di Informatica. In cima alla fila troviamo così Ingegneria civile con 1.873 euro netti mensili di media, seguita da Ingegneria dei sistemi edilizi e, un gradino più sotto, Ingegneria per l’ambiente e il territorio: 1.771. Tra le prima tre della lista e le altre c’è un discreto salto verso il basso. Architettura si ferma a 1.615 euro netti mensili , mentre sia Pianificazione territoriale che Architettura del paesaggio scendono sono entrambe sotto quota 1.600. Salari di genere Anche gli stipendi di questo gruppo disciplinare sono affetti dal divario di genere. Anzi, potremmo dire che gli stipendi di questo gruppo disciplinare sono probabilmente più affetti dal divario di genere di altri settori. La prova? Tre corsi di laurea su sei presentano una differenza tra salario medio netto mensile di uomini e donne a tre anni dalla fine degli studi superiore al 10% a cui si aggiunge un corso che si ferma appena sotto questa soglia. Parliamo, ovviamente, di differenze a favore dei maschi. La palma della laurea più squilibrata va ad Architettura del paesaggio dove gli euro mensili di scarto sono 345, quasi un quarto in più rispetto alle colleghe . Anche tra i laureati in Architettura la parità di genere resta una chimera: +11,5% a favore degli uomini. Su livelli analoghi Ingegneria dei sistemi edilizi e Ingegneria civile . Più paritarie, invece, Ingegneria per l’ambiente e il territorio e Pianificazione territoriale in un panorama, come si è detto, piuttosto diseguale. Come calcoliamo l'efficacia Resta da appurare, infine, quanto serva la laurea in questo campo una volta arrivati nel mondo del lavoro. Per capirlo AlmaLaurea lo chiede direttamente ai laureati occupati. Il responso, nel caso del gruppo disciplinare in questione, è abbastanza variegato. Tra il corso giudicato più utile e quello meno ci sono 20 punti percentuali di differenza. Tanto è lo scarto tra Ingegneria civile, considerata “efficace o molto efficace” dall'81,1% dei laureati occupati, a Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale . E mentre la prima si trova nella fascia alta in una ipotetica classifica che tiene dentro tutti gli indirizzi universitari, l’ultima si piazza nella fascia bassa. In mezzo, le altre. Buoni risultati per Ingegneria dei sistemi edilizi , Architettura e Architettura del paesaggio . Un bel po’ più in basso si piazza Ingegneria per l’ambiente e il territorio con una percentuale di efficacia del 66,7%,

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Raffaele Mastrolonardo