Parità di genere, l'Italia migliora ma le differenze economiche restano drammatiche

Dal 2006, il World Economic Forum monitora i progressi globali verso la parità di genere attraverso un'analisi sistematica di quattro ambiti: economia, istruzione, salute e politica. L'edizione 2025 presenta il risultato migliore dalla pandemia a oggi: il divario di genere globale si attesta infatti al 68,8%. Tuttavia, mantenendo questo ritmo, la piena parità sarà raggiunta solo tra 123 anni. Al vertice della classifica si confermano Islanda, Finlandia e Norvegia, consolidando il primato dei Paesi nordici. L'Italia guadagna due posizioni rispetto all'anno precedente, ma resta 85esima su 148 nazioni analizzate. Politica ed economia i settori meno paritari Quest’anno, la maggior parte dei progressi registrati in tutto il mondo riguardano i settori della politica e dell’economia , due degli ambiti in cui il gender gap resta storicamente più ampio. Di questo passo, tuttavia, il divario di genere nella politica si azzererà solo tra 162 anni, mentre quello nell’economia tra almeno 135. Le altre due dimensioni del “gender gap index” mantengono globalmente punteggi molto alti . Se non visualizzi il grafico, clicca qui A livello nazionale, l'Islanda mantiene per il sedicesimo anno consecutivo la posizione di economia più paritaria al mondo . È l'unico Paese al mondo a superare la soglia del 90%. Più in generale, l'Europa domina la classifica con otto posizioni tra i 10 Paesi più paritari al mondo, anche se a livello globale l’area a registrare i punteggi migliori resta l’America del Nord. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Tra i 145 Paesi presenti sia nel report di quest’anno che in quello pubblicato nel 2024, poco più della metà registra miglioramenti: Bangladesh , Regno Unito e Benin guidano la classifica dei progressi, mentre Togo , Mozambico e Sierra Leone subiscono i maggiori arretramenti. In maniera meno netta, ma comunque significativa, si registrano miglioramenti in Estonia, Repubblica Dominicana, Mongolia e Moldavia, mentre Kenya, Nicaragua, Perù, Portogallo, Macedonia del Nord e Tagikistan si allontanano dall’obiettivo. Dal 2006 a oggi, invece, i Paesi dove sono stati registrati i più grandi passi in avanti verso la parità di genere sono Bangladesh, Ecuador, Etiopia, Messico e Arabia Saudita. E l’Italia? Nel Gender Gap Report 2025 l’Italia guadagna due posizioni rispetto all’anno precedente, passando dall’87esimo all’85esimo posto su 148 Paesi analizzati. I progressi, però, sono disomogenei: l’Italia migliora nei punteggi legati a istruzione , salute e partecipazione politica , ma arretra sul fronte dell’economia, dove passa dalla 111esima alla 117esima posizione. Se non visualizzi il grafico, cliccando qui È qui che si concentrano le maggiori criticità: il nostro Paese è 99esimo per partecipazione alla forza lavoro femminile, 114esimo per parità salariale, 104esimo per salario stimato, 94esimo per presenza di manager, legislatrici e funzionarie. Al contrario, l’Italia registra punteggi massimi per il tasso di alfabetizzazione femminile e per l’iscrizione delle studentesse all’università. Tuttavia, i dati raccolti nell’ultima indagine Istat sul divario retributivo di genere in Italia suggeriscono che sono proprio le donne più istruite a essere retribuite meno rispetto ai colleghi . “È un brutto messaggio per le giovani donne a cui continuiamo a dire: studiate”, ha affermato l’economista Azzurra Rinaldi, commentando i dati.

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