Editoria in Europa, aumentano le copie vendute (tranne che in Italia)

Giovedì 15 maggio inizia la 37esima edizione del Salone internazionale del libro di Torino, la più importante fiera del libro e della cultura in Italia. L’edizione 2024 aveva registrato 222 mila visitatori, in crescita rispetto ai 215 mila dell’anno precedente, e anche quest’anno si prevede una partecipazione significativa. Ma mentre il pubblico continua a esserci, i dati sul mercato editoriale raccontano una storia diversa. Nel 2024, infatti, l’Italia è tra gli ultimi Paesi in Europa per numero di copie vendute, in controtendenza rispetto ad altri Paesi, in particolare Spagna e Portogallo. Secondo l’Associazione Italiana Editori, invece, a pesare sul rallentamento sono stati soprattutto la riforma del bonus cultura 18app e il mancato rifinanziamento delle biblioteche, che ha lasciato scoperti 30 milioni di euro. 2.5 milioni di copie in meno rispetto al 2023 Nel 2024 in Italia sono stati venduti poco meno di 104 milioni di libri : un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente, pari a circa 2.5 milioni di copie in meno. Anche a valore, il mercato ha registrato una flessione dell’1,5%, con 23.2 milioni di euro in meno rispetto a un giro d’affari complessivo di 1.53 miliardi. Un rallentamento che, nel confronto europeo, colloca l’Italia in fondo alla classifica tra i principali mercati editoriali. La Germania cresce dello 0,9%, il Regno Unito perde solo lo 0,6%, la Francia arretra dello 0,3%, mentre Spagna e Portogallo raggiungono risultati significativi. Se non visualizzi il grafico, clicca qui In entrambi i Paesi, la crescita non è episodica ma parte di un trend positivo iniziato già prima della pandemia, sostenuto da investimenti pubblici, politiche di promozione della lettura e attenzione al ruolo formativo del libro. In Spagna, il 2024 ha segnato un record storico: oltre 77 milioni di copie vendute e una fatturazione che ha superato 1.2 miliardi di euro, con una crescita del 9,8% rispetto al 2023. A trainare il mercato sono stati in particolare i libri di narrativa , seguiti dalla letteratura per l’infanzia e l’adolescenza , dalla saggistica e dal fumetto . Un’espansione che non nasce dal nulla: dal 2019, il valore del settore editoriale spagnolo è aumentato del 35%, e anche le previsioni per il 2025 restano ottimiste . Lo stesso vale per il Portogallo, dove il mercato è cresciuto del 9% in valore e ha raggiunto i 14 milioni di copie vendute. Anche qui è la narrativa a guidare la crescita, con aumenti a doppia cifra per la fiction, soprattutto tra i più giovani. Un risultato che, secondo l’associazione editori portoghese APEL, è il frutto di un lavoro corale che coinvolge famiglie, scuole, influencer, editori e istituzioni pubbliche. Per questo, sottolineano, serve continuare su questa strada e rafforzare strumenti strutturali come il Programma Cheque-Livro , che ha visto il suo contributo aumentare da 20 a 100 euro. A rischio editori medi e piccoli e librerie indipendenti In Italia, la flessione del mercato editoriale nel 2024 ha significato oltre 23 milioni di euro in meno spesi dai lettori rispetto all’anno precedente. Un calo che ha colpito in modo disomogeneo: le grandi case editrici hanno resistito, perdendo appena lo 0,1%, ma per gli editori medi e piccoli le perdite sono state più consistenti: -9,3% tra 1 e 5 milioni di fatturato, -2,5% sotto il milione. Anche i generi editoriali hanno risposto in modo diverso: cresce solo la narrativa, italiana e straniera . In calo tutti gli altri comparti: dalla saggistica generale a quella specialistica , dalla manualistica ai fumetti , fino ai libri per bambini e ragazzi . Se non visualizzi il grafico, clicca qui Anche i bestseller hanno perso forza commerciale: le prime 100 uscite hanno venduto 800mila copie in meno. A questo si aggiunge il calo delle vendite del catalogo , un dato che penalizza soprattutto gli editori indipendenti. Il cambiamento del mercato passa anche dai canali di vendita. Le librerie indipendenti hanno perso oltre un milione di copie rispetto al 2023, mentre le politiche dell’e-commerce stanno ridisegnando l’intero ecosistema editoriale, spingendo il mercato verso una concentrazione sempre maggiore. Le librerie non sono riuscite a compensare le perdite dell’online e della grande distribuzione . In questo quadro, l’unico comparto in crescita netta è il digitale: nel 2024 ha superato i 114 milioni di euro, trainato dagli audiolibri in abbonamento e dagli ebook . Se non visualizzi il grafico, clicca qui Alla base del calo registrato nel 2024, secondo l’Associazione Italiana Editori, ci sono due scelte precise: la sostituzione della 18app con le Carte Cultura e del Merito e il mancato rifinanziamento di 30 milioni di euro per le biblioteche. Senza questi tagli, il mercato dei libri di varia avrebbe chiuso l’anno con una crescita del +2,5% a valore, anziché segnare un -1,5%. La stima complessiva delle vendite perse per effetto delle modifiche alle misure di sostegno è di 62,7 milioni di euro: quanto basta per far passare il giro d’affari da 1.533 a 1.596 miliardi di euro, superando anche il risultato del 2023 . “L’analisi delle misure a sostegno della domanda di libri nel nostro Paese dal 2017 ad oggi ci dice due cose: la prima è che tali misure hanno avuto nel corso degli anni un effetto moltiplicatore, contribuendo a creare nuovi lettori e nuovi acquirenti. La seconda è che hanno consentito al settore di attestarsi su un livello di vendite e di fatturato più alto, necessario per sostenere il processo di crescita ed evoluzione delle aziende e della filiera”, ha spiegato presidente dell’Associazione Italiana Editori , Innocenzo Cipolletta. “Quando tali misure vengono a mancare, il danno è quindi doppio. Bene, quindi, il ripristino del fondo per le biblioteche per il 2025 e l’avvio di un percorso di confronto con il ministro della Cultura Alessandro Giuli”, ha concluso.

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