Acquacoltura in Ue, in Italia cresce il mercato ‘bio’

Cresce la percentuale di acquacoltura sostenibile in Europa. E l’Italia è una delle principali artefici di questa crescita. A sancirlo l’ultimo report di Eurostat, con dati aggiornati a fine 2023, sullo stato degli allevamenti di organismi acquatici nell’Unione europea. Un mercato in cui il Vecchio continente ha un ruolo ancora da comprimario a livello globale ma in cui sembra aver intrapreso la giusta strada della sostenibilità, confortato anche dai risultati economici, oltre che ambientali, che questa scelta comporta. E la politica dell’Unione - tramite la strategia Blue Growth - spinge per incentivare l’adozione di acquacoltura, possibilmente biologica, perché gli stock ittici selvaggi sono messi a dura prova dalle eccessive richieste del mercato mondiale. Un mercato ancora minoritario Complessivamente l'acquacoltura in Ue ha prodotto circa 1,1 milioni di tonnellate di organismi acquatici nel 2023, che equivalgono a un quarto della produzione della pesca europea nel suo complesso. Una quota ben al di sotto della media globale che nel 2020 ha sfiorato il 50 per cento , segno che c'è un enorme margine di crescita. In termini di produzione, il settore dell'acquacoltura dell'Ue è stato il tredicesimo più grande al mondo, di poco superiore alla Thailandia, con una quota dello 0,9% del volume della produzione globale. La produzione della sola Norvegia - 1,6 milioni di tonnellate di organismi acquatici , per un valore di 10,0 miliardi di euro - ha superato nel 2023 quella dell'intera Unione. Principali produttori Il valore della produzione dell'acquacoltura nell'Ue è stato stimato in 4,8 miliardi di euro nel 2023, che rappresenta poco più di due quinti del valore della produzione totale di prodotti della pesca dell'Unione. Due terzi della produzione di organismi da acquacoltura provengono da quattro Paesi mediterranei. La Spagna ha prodotto poco meno di un quarto del totale, seguita da Francia , Grecia e Italia . Insieme queste nazioni sono responsabili del 66,6 per cento del totale allevato entro i confini dell’Unione. Se non visualizzi il grafico, clicca qui La trota ovunque I pesci e i molluschi hanno rappresentato quasi tutta la produzione di acquacoltura nell'UE nel 2023. In termini di volume, sono le cozze le regine degli allevamenti in Ue, e la Spagna è indiscussa protagonista con una produzione che si aggira intorno al 70 per cento del totale. Cambiano le cose, invece, in termini di fatturato. I diversi organismi acquatici ottengono prezzi molto diversi tra loro sul mercato. I prezzi medi di prima vendita per le cozze nel 2023 erano di circa 1 euro al kg, per il branzino di circa 7 euro e per il tonno di circa 12 euro al kg. La maggior parte del fatturato dell’acquacoltura dell’Unione proviene dalla trota, che da sola rappresenta il 18 per cento del totale. E la trota iridea ha anche un’altra particolarità, è l’unico pesce allevato in quasi tutti i Paesi Ue, 20 su 27, mentre le altre specie vengono allevate solo in poche nazioni. Il motivo, oltre alla buona resa sul mercato, è da ricercarsi nel fatto che le trote sono allevate in acque dolci, disponibili, a differenza di quelle salate, in tutto il continente. Merita una menzione la produzione di alghe, un settore emergente dell'economia blu, dato il loro crescente utilizzo nella produzione di alimenti, mangimi, prodotti industriali e farmaceutici. Sebbene il volume di produzione di piante acquatiche dall'acquacoltura sia ancora molto piccolo rispetto alle catture , il valore della produzione è elevato. La Francia, principale produttore UE di piante acquatiche coltivate nel 2023, ha venduto le proprie alghe con un prezzo medio di circa 20 euro al kg. Più redditizie, e molto più facili da coltivare, del tonno. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Allevamenti biologici Tra il 2010 e il 2023, il volume della produzione dell'acquacoltura nell'Ue è rimasto relativamente stabile, tuttavia il valore è aumentato notevolmente a causa dei prezzi più elevati, registrati soprattutto nel 2021 e nel 2022. Uno dei motivi dell’aumento del valore dello stock ittico allevato può ricercarsi nell’aumento dei prodotti da acquacoltura biologica. Diversi Paesi dell'Ue coltivano, infatti, prodotti ittici di allevamento secondo criteri particolarmente attenti all’impatto ambientale, che migliora la qualità del prodotto ma ne riduce la quantità rispetto a tecniche più intensive. L'acquacoltura più virtuosa viene praticata in Irlanda, dove la stragrande maggioranza della produzione è stata allevata biologicamente. Seguono, in questa particolare classifica, i Paesi Bassi , la Slovenia , la Lituania e la Danimarca . L’Italia, sebbene ancora un po’ indietro rispetto ai migliori d’Europa, sta aumentando più velocemente degli altri la propria quota di allevamenti bio. Nel 2014 erano poco meno del 5 per cento del totale, oggi rappresentano quasi un quinto di quanto finisce sul mercato del pesce. E dato che i primi tre produttori - Spagna, Francia e Grecia - alla sostenibilità sembrano poco interessati , il risultato è che l'Italia è il secondo Paese Ue, dopo l’Irlanda, per volume di prodotto biologico allevato, con più di 22mila tonnellate vendute sul mercato. Se non visualizzi il grafico, clicca qui

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