Ma davvero i dazi mi fanno risalire le rate del mutuo?

Il timore generale è che funzioni così: i dazi fanno salire i prezzi, quindi la Bce non taglia i tassi; quindi le mie rate del mutuo non scendono. È la Fiera dell’Est della guerra commerciale: dazio uguale mutui più cari? Non è proprio così . Antefatto. Le rate di mutui variabili stanno scendendo da un annetto circa, dalla primavera del 2024: si era alla vigilia del primo taglio dei tassi della Bce, la Banca centrale europea, dopo due anni di forti rincari per frenare l’inflazione. La salita dei prezzi rallenta, i tassi d’interesse può scendere. E con essi, le rate mensili dei mutui variabili, e le nuove offerte di mutui a tasso fisso per chi si appresta a comprare casa. Ma adesso? Con la politica dei dazi inaugurata dal presidente americano Trump dal suo ritorno alla Casa Bianca – è la vulgata – i prezzi risaliranno e addio taglio dei tassi programmati dalla Bce per quest’anno. Non è proprio così, come detto. “Dall’ultima riunione del Consiglio direttivo della Bce sono emersi fattori chiave che hanno rafforzato gli argomenti a favore del proseguimento dei tagli dei tassi”, ha svelato in queste ore il membro italiano del board di Francoforte, Piero Cipollone. Quali sono questi fattori? “I prezzi dell’energia sono scesi in modo significativo, l’euro si è apprezzato e i tassi reali sono saliti, cosa che contribuisce a far calare l'inflazione”; la sua spiegazione. Detto in parole più povere: non è affatto certo che l’inflazione risalga così forte da indurre la BCE a non tagliare più . “Mettendo i dazi sui beni che entrano negli Usa, al massimo pagano i consumatori americani – spiega a Sky Tg24 Andrea Monticini, economista dell’Università Cattolica –; se inizia una guerra a suon di contro-dazi, allora sì che paghiamo anche noi. È la guerra commerciale, non i dazi americani in sé, che fa salire l’inflazione”. E che possono deprimere la crescita. L’ha ricordato implicitamente, pochi giorni fa, la governatrice della Bce Christine Lagarde: coi dazi americani, ha detto, si stima una perdita di 0,3% del Pil quest’anno; ma coi contro-dazi europei il calo arriverà allo 0,5%. “In teoria, l’approccio migliore per non far salire i nostri, di prezzi, sarebbe quello di non rispondere ai dazi americani – spiega ancora Monticini –, di lasciare che Trump ‘si schianti da solo’ facendo danni alla sua economia. Così magari poi invertirà la rotta”. C’è poi da tener conto del mercato valutario. Spiega ancora Monticini: “È possibile che il dazio USA possa portare, indirettamente, a una perdita di valore dell’Euro: la BCE potrebbe scegliere di abbassare molto i tassi d’interesse dell’Eurozona, per provocare una svalutazione dell’euro e sostenere così le esportazioni, perché renderebbe le merci dell’Eurozona più convenienti sui mercati di tutto il mondo. Ma attenzione: la moneta, se si svaluta, si svalutata anche per le importazioni, quindi paghi di più le merci che fai entrare da fuori, altro elemento che incide sui prezzi al consumo e può far salire l’inflazione. Ad esempio, i prezzi di petrolio o gas”. Che poi sono quelli che hanno esplodere l’inflazione nel 2022, dopo l’invasione russa dell’Ucraina . Insomma, ci sono tanti e tali fattori da considerare che ridurre tutto a “più dazi uguale mutui più cari” è troppo semplicistico. “Dobbiamo poi ancora valutare gli impatti del Piano anti-recessione varato dalla Germania – conclude Monticini – perché la loro svolta potrebbe far aumentare la crescita e così dare una pressione verso l’alto ai prezzi, in Germania e tutta l’Eurozona ”. Queste spinte inflazionistiche sono controbilanciate da altri effetti dei dazi. Ancora Cipollone: “Anche le tensioni commerciali tra Usa e Cina potrebbero avere l’effetto di raffreddare l’inflazione da noi: perché i prodotti cinesi potrebbero riversarsi sul mercato europeo, aumentando le pressioni al ribasso dei prezzi”. Una marea di prodotti Made in China a buon prezzo, insomma, un altro scenario da non scartare. In tutto questa incertezza, c’è un solo punto fermo: l’assioma ‘guerra dei dazi uguale inflazione uguale tassi più alti uguale mutui più cari’ non è “il cane che morde il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò”.

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