Perché l’effetto Trump è un boomerang per le imprese di Elon Musk?

Ma il maga – pardon – mega ruolo come “quasi-co-presidente” USA non doveva far volare ancor di più il conto di banca di Elon Musk? Il super conflitto di interessi tra ruolo pubblico nell’amministrazione trumpiana e guida di giganti privati a vario titolo legati con attività governative avrebbe dovuto spingere a livelli ancor più siderali le già siderali ricchezze dell’uomo più ricco del mondo. Così era la vulgata, così dicevan tutti. E invece: vendite di Tesla in picchiata; incidenti oltre la media per i gioielli sperimentali di SpaceX ; fuga di inserzionisti X ; tentativo flop di acquisire OpenAI per rilanciare la sua X Ai . Un cocktail indigesto con tanti ingredienti tossici aggiuntisi negli ultimi quattro mesi. Il saliscendi di Tesla in Borsa Basta guardare il grafico del titolo Tesla a Wall street: il 5 novembre, giorno della vittoria elettorale di the Donald, veleggiava sui 250 dollari ; il 17 dicembre, poco più di un mese dopo, sfiorava i 480 dollari. Quasi il doppio. Vuol dire che la capitalizzazione era quasi raddoppiata: da 850 miliardi di dollari era arrivata a valerne più di 1.500. Poi, la quasi altrettanto repentina discesa: in questa prima metà di marzo siamo tornati al punto di partenza: 250 dollari ad azione, valore di borsa quasi dimezzato. Di certo, le difficoltà del mercato auto, e di quello elettrico in particolare, non hanno risparmiato Tesla, per la prima volta finita col segno meno davanti al dato sulle vendite . L'effetto Trump, un boomerang per Musk Ma oltre ai problemi di tutti i produttori a 4 ruote, c’è il fattore-Trump: essersi legati a una amministrazione che dichiaratamente non ha alcuna intenzione di spingere la mobilità elettrica è stato un boomerang, altro che booster. E l’aver finanziato la campagna di un nemico dell’elettrico, per ‘tenerselo buono’, non ha pagato. “Fino a poco tempo fa Tesla era sinonimo di futuro e innovazione, un vero status symbol – spiega a Sky TG24 Alessio Garzone di Gamma Capital –: se avevi una Tesla eri all’avanguardia, attento all’ecologia e un po’ elitario. Ora non è più così. Il mercato delle auto elettriche è diventato molto più competitivo, e anche le case auto ‘tradizionali’, come Volkswagen, BMW e Hyundai, stanno producendo modelli elettrici sempre migliori e sempre più economici. Tesla non è più il prim’attore sulla scena”. Le campagne di boicotaggio contro Tesla Il resto ce l’ha messo lo stesso Musk con saluti romani poi “spiegati” e l’appoggio al partito di estrema destra AfD nelle recenti elezioni tedesche, uscite che hanno indispettito l’opinione pubblica di Berlino. Le campagne di boicottaggio dei suoi prodotti hanno di certo inciso sulle vendite di Tesla in Germania: - 76% nel mese di febbraio. Del resto, quando sei fuori dall’agone politico, il tuo brand è appetibile da tutti; quando prendi posizione in campo pubblico i fan si esaltano ma tutti gli altri si allontanano. È la politica, baby. E anche il ruolo di DOGE, tagliatore di teste di pubblici dipendenti a Washington, non sta giovando alla sua popolarità. Insomma, dal suo ruolo politico finora Elon Musk non sta traendo vantaggi per sé e per le sue imprese. Anzi. Le polemiche su Starlink e la frenata sui contratti Anche la pioggia di contratti per SpaceX per i satelliti Starlink – ipotizzata, pronosticata, data quasi per scontata – stenta a concretizzarsi. In Italia, ad esempio: l’inizio d’anno è stato segnato dalle forti polemiche politiche per alcune dichiarazioni di esponenti della maggioranza che adombravano contratti già firmati col gigante texano, tanto che Palazzo Chigi, il giorno della Befana, ha dovuto smentire con una nota ufficiale “che siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX”, parlando di “normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società”. Società alle prese con diversi incidenti . Dinamiche fisiologiche, per una azienda sperimentale come quella, ma con un sinistro aumento di imprevisti negli ultimi tempi che ha portato più di un osservatore a ironizzare su un “Effetto Trump al contrario”. Fuga degli inserzionisti da X Neanche sui social va alla grande: X ha perso tantissimi inserzionisti pubblicitari da quando Musk ha cambiato le ‘regole di ingaggio’ per partecipare alla piattaforma, prima molto apprezzata da una certa intellighenzia progressista che ora si è molto allontanata. In buona sostanza, spiegano diversi analisti finanziari a Sky TG24, Musk è sempre stato una figura divisiva, ma prima era visto soprattutto come un genio che faceva progredire l’umanità; oggi, invece, è percepito sempre più come un leader imprevedibile e polemico. E, in alcuni casi, dannoso per i suoi stessi affari.

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Vittorio Eboli