Turismo, anno record per l’Europa e per l’Italia (nonostante gli italiani)

È stato un anno record per il turismo europeo. Oltre 3 miliardi di notti trascorse dai turisti nelle strutture di accoglienza dei Paesi Ue. Ed è stato un anno record per l’Italia che è risultata la seconda destinazione preferita in Europa superando la Francia in questo indicatore rimanendo dietro alla sola Spagna. A spingere lo Stivale sono stati soprattutto i pernottamenti di stranieri, che continuano a crescere nel tempo, mentre quelli dei locali segnano il passo in una tendenza che sembra destinata a diventare la normalità. Ma vediamo un po’ più nel dettaglio che cosa raccontano i numeri del 2024. Spagna, Italia, Francia Exploit dell’Europa, si diceva. E dell’Italia. Oltre 3 miliardi di notti trascorse in hotel e affini da parte di turisti. 458 milioni nel solo Stivale, il numero più alto mai registrato. Solo la Spagna che tocca quota mezzo miliardo ha fatto meglio. Per l’Italia questi dati significano anche il sorpasso sulla Francia che si ferma a 451 milioni di notti. Tra le principali mete turistiche l’Esagono è l’unica che ha fatto segnare un calo rispetto al 2023: - 0,6%. La Spagna ha visto i pernottamenti salire del 3,1%, l’Italia del 2,5%, la Germania, quarta forza turistica del continente, del 2,3%. L’invasione dell’Europa Ma è proprio il turismo come settore che sembra vivere un momento d’oro almeno in Europa. Se guardiamo alle quattro principali mete del Vecchio continente, scopriamo che hanno tutte superato i livelli pre-Covid e, a parte la Francia, nel 2024 hanno raggiunto il massimo storico di pernottamenti. “Per il comparto si tratta di successo e di un sospiro di sollievo dopo gli anni duri della pandemia", commenta Marina Lalli, presidente di Federturismo. Ma se il boom turistico fa contenti gli operatori, porta con sé anche conseguenze che sempre più spesso diventano oggetto di dibattito politico. La discussione sul cosiddetto “over tourism” a Venezia e i provvedimenti per razionalizzare gli accessi varati da molte amministrazioni locali ne sono la testimonianza. I numeri record 2024 promettono di alimentare ancora di più questa polemica. “Dobbiamo imparare a gestire i flussi meglio di quanto non stiamo facendo”, spiega Lalli. “A parte Roma, Venezia e Firenze, per molte realtà le criticità si limitano a periodi ben definiti: in questi casi è più appropriato parlare di iper-affollamento piuttosto che di over-tourism”. Un passo avanti in questa direzione lo rivelano forse i dati. Il primato italiano di pernottamenti nel 2024 è arrivato dopo un’estate non altrettanto esaltante che, a parte gli anni della pandemia, ha fatto segnare il numero più basso di notti trascorse in strutture ricettive dal 2016. Significa che gli accessi turistici nel Paese si stanno spalmando in modo più regolare durante l’anno? Forse ma ci sono anche altre spiegazioni, meno positive. “La lettura ottimista è che l'Italia riesce a promuovere tutte le sue carte e non solo il sole e il mare. Quella pessimista è che il nostro Paese avverte l’impatto del cambiamento climatico e le estati stanno diventando troppo calde per molti turisti, soprattutto stranieri”, aggiunge Lalli. Passa lo straniero C’è poi un altro aspetto, questa volta economico. I mesi di luglio e agosto sono tradizionalmente i mesi di vacanza degli italiani. Ma proprio i turisti tricolori stanno diventando meno assidui. Dietro l’exploit dello scorso anno ci sono infatti i soggiorni degli stranieri, aumentati in modo considerevole, mentre quelli degli abitanti dello Stivale, sono diminuiti. Questa divaricazione tra forestieri, sempre più numerosi, e locali, che si riducono, preoccupa gli operatori che la leggono come un segno della progressiva perdita di potere di acquisto degli abitanti della Penisola. “I dati ci dicono che gli italiani hanno dei problemi di spesa. Non rinunciano alla vacanza ma ne diminuiscono la durata, soprattutto nei mesi estivi che sono considerati dagli operatori alta stagione e dunque le tariffe sono più alte”, conclude Lalli.

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