Nel piatto globale, ormai più pesce allevato che pescato. Tante alghe

La produzione mondiale di pesca e acquacoltura ha raggiunto un nuovo massimo, e per la prima volta nella storia l’acquacoltura di animali acquatici ha superato la pesca di cattura. Questi i dati più salienti contenuti nell’ultimo rapporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura pubblicato oggi. Ma non i soli. L'edizione 2024 di The State of World Fisheries and Aquaculture , con dati globali aggiornati a fine 2022, registra l’aumento della produzione mondiale di pesca e acquacoltura, che rispetto al 2020 è salita a 223,2 milioni di tonnellate, con una crescita pari al 4,4 per cento. La produzione comprende 185,4 milioni di tonnellate di animali acquatici e 37,8 milioni di tonnellate di alghe, alimento in costante crescita da qualche anno a questa parte e che ora rappresenta il 16% del consumo alimentare globale. Acquacoltura Sempre più pesce allevato nei nostri piatti. Nel 2022, per la prima volta, la produzione tramite acquacoltura ha superato la pesca di cattura come principale fonte di approvvigionamento di animali acquatici. La produzione globale di acquacoltura ha raggiunto i 130,9 milioni di tonnellate, di cui 94,4 milioni di tonnellate di animali acquatici, equivalenti al 51 per cento della produzione totale. I restanti 36,5 milioni di tonnellate sono il peso delle alghe coltivate. Lo storico sorpasso è dovuto soprattutto a un manipolo di Paesi, tra cui spiccano quelli asiatici. Dieci nazioni sono responsabili dell’89,8 per cento della produzione globale e, con l’esclusione di Norvegia, Egitto e Cile, sono tutti in Asia. Nella sola Cina la quantità di pesce da acquacoltura è pari a 50 milioni di tonnellate, e altre 30 tonnellate vengono prodotte tra India, Indonesia, Vietnam, Corea del sud, Bangladesh e Filippine. Questione di popolosità e di abitudini alimentari. Il report ammonisce che molti Paesi a basso reddito in Africa e Asia, però, non stanno sfruttando appieno il loro potenziale per quel che riguarda lo sviluppo dell’acquacoltura. Politiche mirate, trasferimento di tecnologia, sviluppo delle capacità e investimenti responsabili sono fondamentali per promuovere l'acquacoltura sostenibile dove è più necessaria, soprattutto in Africa, secondo gli analisti della FAO. Senza dimenticare il monitoraggio dell’impatto ambientale degli allevamenti di pesce che può essere devastante per l’ecosistema circostante e la salute degli animali. La pesca di cattura La produzione globale di pesca di cattura è rimasta stabile dalla fine degli anni '80. Nel 2022, il settore ha prodotto 92,3 milioni di tonnellate, di cui 11,3 milioni di tonnellate da pesca nelle acque interne e 81 milioni di tonnellate da pesca marina. La produzione record di alimenti acquatici sottolinea il potenziale del settore nel contrastare l'insicurezza alimentare e la malnutrizione. La stima del consumo globale di alimenti per animali acquatici ha raggiunto 162,5 milioni di tonnellate nel 2021. Una cifra che è aumentata a un tasso quasi doppio rispetto alla crescita della popolazione mondiale dal 1961, con un consumo annuo pro capite globale che è passata da 9,1 kg nel 1961 a 20,7 kg nel 2022. Sostenibilità e stock ittico Nonostante la crescita del consumo pro capite, la percentuale di stock marini pescati entro livelli biologicamente sostenibili è scesa al 62,3 per cento nel 2021, il 2,3 per cento in meno rispetto al 2019. Se ponderata in base al livello di produzione, si stima che il 76,9 per cento delle catture del 2021 da stock monitorati dalla FAO provenisse da stock biologicamente sostenibili. Siamo però ancora ben lontani da un’industria che si possa considerare sostenibile e molto, anzi quasi tutto, rimane ancora da fare.