La “rivincita” del Sud Europa che, sulla crescita, stacca Francia e Germania

Malati d’Europa? Non più: i Paesi Sud del Vecchio Continente crescono e mostrano problematiche meno minacciose di quelle che contraddistinguono, almeno in questa fase, le economie dei paesi-guida dell’Unione Europea. Così Parigi lotta contro l’esplosione del debito pubblico e il nuovo primo ministro Michel Barnier ha varato una manovra lacrime e sangue che include una patrimoniale e profondi tagli alla spesa pubblica. Mentre la Germania è nuovamente in recessione e il suo modello industriale sconta l’onda lunga dei rincari energetici e dell’eccessiva dipendenza dalle esportazioni. Un po’ a sorpresa in una fase difficile per l’economia europea, a trainare la crescita del Vecchio Continente è il gruppo dei ‘Pigs’, i paesi mediterranei meno virtuosi: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Come documentano i dati diffusi dalla Commissione europea nelle sue previsioni economiche di primavera, infatti, tutti questi Paesi registrano performance al di sopra della media europea. Col risultato che Paesi spendaccioni e poco virtuosi, che col loro debito erano accusati di mettere a repentaglio la stabilità economica dell’Unione, ora crescono più di Parigi e Berlino. Le ragioni della crescita Cresce attorno all’1% l’Italia, nonostante l’onda lunga della crisi industriale della Germania, primo partner commerciale di Roma, sia giunta anche nella Penisola. Cresce di quasi il 2% il Portogallo, che ha di recente varato una finanziaria che prevede consistenti tagli fiscali per i lavoratori con meno di 35 anni, al fine di stimolare occupazione e crescita. Per Grecia e Spagna la crescita è di oltre il 2%: per la precisione, +2,2% per Atene e +2,7% per Madrid. Dati che confermano il trend del 2023 quando i quattro Paesi sovraperformarono la crescita europea. Per Le Monde quella a cui stiamo assistendo è “la rivincita economica del Sud Europa”, un cambio di passo su cui pesano diversi fattori. C’è, sicuramente, un effetto-rimbalzo di lungo periodo dovuto al fatto che i Paesi del Sud Europa hanno subito i più consistenti danni economici ai tempi della Grande Recessione e del Covid-19 e hanno ancora ampi margini di miglioramento. L’economia greca, ad esempio, è ancora quasi di un quinto inferiore in volume rispetto a quindici anni fa. C’è, poi, un contributo importante dato dagli investimenti di Next Generation Eu, di cui gli Stati dell’Europa meridionale sono stati i maggiori beneficiari. Le Monde, inoltre, riporta che anche l’ottima stagione turistica estiva ha contribuito a spingere in alto la crescita Paesi rivieraschi. Per la Spagna poi un ruolo non secondario ha svolto la tenuta della produzione industriale, soprattutto automobilistica. Gli effetti positivi per l’Europa Il risultato positivo delle economie del Sud Europa nel 2024 è destinato a consolidare, in termini di crescita, il sentiero dell’intera Unione, garantendole maggiore stabilità. Nello scorso decennio l’alto debito pubblico, la bassa crescita e la difficile sostenibilità delle finanze pubbliche degli Stati dell’Europa Meridionale aveva rappresentato un problema per l’Ue, contribuendo alle politiche monetarie espansive della Banca centrale europea. Secondo il Financial Times, la presenza di una recessione a Berlino e di un sentiero di crescita nel Sud dell’Ue “ha anche contribuito a ridurre il divario tra quanto costa ai Paesi dell'Europa meridionale prendere in prestito denaro rispetto alla Germania”, riducendo lo spread con i titoli di Stato della Repubblica Federale spesso ritenuto un “termometro” della sostenibilità delle finanze pubbliche di un Paese. Per la Commissione Europea, inoltre, il Sud che traina l’economia apre nuove prospettive in vista del nuovo Patto di Stabilità per i soggetti considerati più a rischio nel panorama economico del Vecchio Continente. E può contribuire a mantenere in carreggiata il percorso della Bce verso il taglio dei tassi, che nel 2025 potrebbe accelerare. La notizia, dunque, è che per Bruxelles e Francoforte oggi i grattacapi non vengono dalle “cicale” del Sud, ma dalle ‘locomotive’ del continente chiamate a fare i conti con la sfida del ritorno a una crescita sostenibile e alla stabilità finanziaria .

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