Biden-Harris: i risultati economici - Seconda Parte

Il mondo del lavoro Il mercato del lavoro è in salute ma ha dovuto fare i conti con l’inflazione, che ha diminuito il potere d’acquisto degli americani. In questi anni di presidenza Biden sono stati creati 15 milioni di posti di lavoro conditi da un aumento dei salari. Nessuno ha fatto meglio, nonostante la battuta d’arresto relativa al mese di agosto. Gli analisti di Bloomberg sintetizzano bene la notizia con un dato: l’81% della popolazione in età da lavoro ne possiede uno e il numero è il migliore dal 2001. Le politiche industriali del governo – vale la pena ricordare che sono sempre soldi presi a debito – hanno dato manforte: dal Chips Act all’Infrastructure Investments and Jobs Act, all’Inflation Reduction Act. Come detto sopra alle notizie positive ha fatto da contraltare l’inflazione, bestia nera di questa amministrazione con livelli che non vedeva da quarant’anni. Per gli americani resta la preoccupazione numero uno. Per questo Harris ha spinto su proposte populiste quali la lotta contro il caro affitti o sulla riduzione dei prezzi nei supermercati. Molti analisti ritengono che se l’economia Usa continuerà a fare bene i prezzi resteranno elevati. Il settore obbligazionario americano per esempio vede i cosiddetti rendimenti ancora elevati. Tassi elevati riflettono il costo del denaro deciso dalla FED. Come dire: non vediamo i tassi di interesse scendere rapidamente, nonostante la Banca Centrale Usa sembra abbia l’intenzione di abbassarli ancora. La Borsa non guarda né ai democratici né ai repubblicani I presidenti amano dire: “Wall Street con me è cresciuta”, “Wall Street mi adora”. Trump lo ha detto spesso. La verità è che i presidenti non hanno alcun merito relativamente all’andamento della borsa americana. Certo alcune politiche sono migliori di altre anche se è difficile quantificare di quanto. Trump vuole estendere i tagli fiscali del 2017 e abbassare le tasse alle società: decisione che con tutta probabilità spingerebbe i loro utili e, quindi, l’andamento del loro titolo in borsa. Quel denaro Harris lo vuole mettere nelle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici. Anche questa è una cosa buona se ci pensate, perché i cittadini con più denaro in tasca spenderebbero e le aziende guadagnerebbero in ogni caso. Harris ha anche detto di avere intenzione di aumentare l’aliquota sulle imposte societarie; aumentare le tasse sulle plusvalenze finanziare; introdurre una tassa del 25% sulle plusvalenze non realizzate. Decisioni, queste ultime, non proprio a favore dei mercati. Anche quanto Trump pensa di fare sui dazi punta a creare danni alle società, in particolare se altri Paesi attueranno – a causa di questo - rappresaglie nei confronti delle aziende Usa. Harris e Trump hanno una cosa in comune: i loro piani, ovvero aiutare le piccole medie imprese e le famiglie Usa – avranno bisogno di quattrini per essere sostenuti. Da dove prenderanno queste coperture? Di certo puntano ad aumentare deficit e debito. Cosa che potrebbe spingere un nuovo caro prezzi, riportare l’inflazione e costringere le banche centrali non più ad abbassare i tassi ma, viceversa, aumentarli. In ogni caso come fa saggiamente notare Bloomberg, i mercati spesso fanno orecchie da mercante a tutto ciò. George W. Bush aveva ereditato la bolla delle dot.com: era ovvio che questa si sgonfiasse e che sarebbe avvenuto un crollo, con Bush o senza. Obama, invece, ereditò un mercato in crisi profonda nel post Lehman Brothers: l’unica via era un rialzo, un “rimbalzo” da quei minimi. Trump è stato schiaffeggiato dalla pandemia mentre Biden ha vissuto la grande vendita dei titoli tecnologici, la peggiore dal 2000. E alla fine, il risultato qual è stato? Nella presidenza Biden l’S&P 500 è cresciuto del 54% , con Trump del 59%. Le diseguaglianze Sul fronte delle disuguaglianze, purtroppo, non ci sono vincitori. Va detto che con Biden i lavoratori dal basso reddito hanno potuto vedere il loro salario crescere di un risicato 1% allo stesso mese del 2022. L’inflazione però, come scritto, ha rovinato questi piani ed è per questo che c’è molta insoddisfazione circa l’economia di Biden. E il futuro? Dipende. Se entrambi davvero spenderanno di più – incuranti del deficit – l’inflazione probabilmente tornerà a salire colpendo il potere d’acquisto degli americani soprattutto quelli a basso reddito. Anche un eventuale recessione, non esclusa dagli economisti, amplierebbe le disuguaglianze dato che i lavoratori che percepiscono meno quattrini, sono quelli più colpiti.

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