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Intelligenza artificiale, lavoro a rischio per 218 mila dipendenti pubblici

Economia
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Saranno coinvolte soprattutto le amministrazioni centrali come ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici. Il ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo rassicura: “Nessuna paura, nasceranno nuovi lavori”. Il processo di ricambio è iniziato e quest'anno saranno assunte circa 170 mila persone

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Con l'intelligenza artificiale sempre più lavoratori potrebbero essere a rischio. E’ l’allarme lanciato dalla premier Giorgia Meloni in un video messaggio al Summit di Seul sull'intelligenza artificiale. Ed è anche il risultato di una ricerca del Forum Pa che segnala: l’IA avrà un importante impatto sul lavoro pubblico con 1,8 milioni di dipendenti che dovranno farci i conti e circa 200mila che rischiano di essere sostituiti dalla nuova tecnologia. Inoltre, sottolinea il Forum Pa, la nuova tecnologia avrà un forte impatto soprattutto nelle amministrazioni centrali, come ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici, dove le mansioni di quasi la metà dei lavoratori (circa 92mila) potrebbero essere spazzate via perché ripetitive e sostituibili.

 

Zangrillo: “Nessuna paura, nasceranno nuovi lavori”

Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, sottolinea però come siamo di fronte a un grande cambiamento che va affrontato "senza paura", perché di fronte all'esaurimento di alcune attività ne nasceranno di nuove come è accaduto negli anni per i trasporti e per l'industria tessile. Nel frattempo il Consiglio Ue ha dato il via libera definitivo all'unanimità all'AI Act, la legge europea sull'intelligenza artificiale che disciplina lo sviluppo, l'immissione sul mercato e l'uso dei sistemi di IA nella Ue. Questa legge, la prima al mondo in materia, detta una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi di Ia in base ai diversi livelli di rischio identificati. 

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"Il processo di ricambio è iniziato"

 

Zangrillo sottolinea però come il cambiamento potrà essere governato e ricorda che nei prossimi otto anni, entro il 2032, un milione di attuali lavoratori della Pa andrà in pensione. Il processo di ricambio è iniziato e quest'anno saranno assunte circa 170 mila persone. Per la prima volta l'età media nel 2022, grazie alle assunzioni e ai pensionamenti, è calata in modo consistente scendendo a 49,5 anni. "Dobbiamo vivere quest'epoca di cambiamento, ha detto,  non con lo spettro e la paura di perdere posti di lavoro ma con l'obiettivo di rendere l'innovazione tecnologica compatibile con i nostri piani di sviluppo.  La digitalizzazione, l'intelligenza artificiale, ha detto determineranno profonde modifiche nel nostro modo di lavorare, ci sono lavori che muoiono ma nuovi che nascono". 

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Attrarre giovani talenti nella Pa 

 

Sarà essenziale, sottolinea il ministro, attrarre nella pubblica amministrazione giovani talenti e anche per questo valorizzare il merito e non dare aumenti a pioggia come è accaduto negli anni passati (e come è certificato dalla Corte dei Conti). Secondo la ricerca del Forum Pa il 57% dei dipendenti pubblici (oltre 1,8 milioni su 3,2 complessivi) sarà fortemente esposto alla nuova tecnologia. Tra questi l'80% dovrebbe riuscire a integrare l'intelligenza artificiale nel suo lavoro, ottenendo notevoli miglioramenti. Mentre il 12% (circa 218mila lavoratori) rischia di essere sostituito. Per l'8% (circa 154mila dipendenti tra cui molte professioni del settore sanitario e diplomatico) è in una zona ambigua tra potenziali sinergie e rischi di sostituzione.

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L’impatto sulle amministrazioni centrali

 

 "Le professioni ad alta specializzazione come i ruoli direttivi, i dirigenti e i professionisti - si legge nella ricerca - hanno un forte potenziale di collaborazione, mentre quelle poco specializzate e routinarie sono vulnerabili alla sostituzione". L'area nella quale l'intelligenza artificiale rischia di cancellare il maggior numero dei posti di lavoro è quella delle amministrazioni centrali con quasi la metà dei dipendenti che rischiano la sostituzione (92mila persone, sui poco meno di 204mila lavoratori del comparto). Se nell'intero pubblico impiego sono a rischio sostituzione il 12% di 1,8 milioni impattati dall'Ia, nelle amministrazioni centrali la sostituzione potrebbe riguardare il 47% del personale impattato dalla nuova tecnologia (i coinvolti dall'Ia sono il 92,2% del totale, circa 196mila persone).  

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