Cgia, “groviglio legislativo” pesa su Pa: Trento è più virtuosa, in coda Vibo Valentia
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L'ufficio studi sottolinea come l’efficienza o meno della Pubblica amministrazione abbia un impatto sulle aziende: le procedure amministrative complessive costano alle imprese italiane 103 miliardi l’anno. A pesare è anche il “groviglio legislativo” italiano: è dieci volte superiore rispetto a Francia, Germania e Uk messe insieme. Italia spaccata sul fronte delle istituzioni pubbliche: “I livelli di eccellenza più elevati a livello territoriale si concentrano prevalentemente al Nord, quelli più modesti al Sud”
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- In Italia la realtà territoriale più virtuosa sul fronte delle istituzioni pubbliche è Trento. Seguono Trieste e Treviso. Nelle ultime posizioni, invece, troviamo due città calabresi e tre siciliane. A segnalarlo è l'ufficio studi della Cgia, che sottolinea anche come l’efficienza o meno della Pa abbia un impatto sulle aziende: le procedure amministrative complessive costano alle imprese italiane 103 miliardi l’anno. A pesare è anche il groviglio legislativo italiano: è dieci volte superiore rispetto a Francia, Germania e Uk messe insieme
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- La Cgia spiega che, secondo le stime, in Italia ci sono circa 160mila norme, di cui poco più di 71mila approvate a livello nazionale e le rimanenti 89mila promulgate dalle Regioni e dagli Enti locali. “Un groviglio legislativo che è 10 volte superiore al numero complessivo, pari a 15.500, di provvedimenti di legge presenti in Francia (7.000), in Germania (5.500) e nel Regno Unito (3.000)”, aggiunge
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- “Questa sovraproduzione normativa ha ingessato il funzionamento della Pubblica amministrazione (Pa) con ricadute pesantissime soprattutto per gli imprenditori di piccole dimensioni. Di fronte a questo dedalo normativo il peso della burocrazia e i ritardi decisionali in capo agli uffici pubblici hanno reso la nostra Pa tra le meno efficienti d’Europa”, dice ancora la Cgia
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- E aggiunge: “Il cattivo funzionamento della macchina pubblica provoca degli oneri in capo alle imprese molto pesanti. Secondo alcune stime, nell’anno precedente all’avvento del Covid l’espletamento delle procedure amministrative richieste dalle istituzioni pubbliche al sistema delle imprese italiane ha sottratto a queste ultime ben 550 ore di lavoro che, tradotte in euro, equivalgono a un costo complessivo pari a 103 miliardi di euro, di cui 80 sulle spalle delle Pmi e 23 su quelle delle grandi imprese”
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- L’operatività degli uffici pubblici è rallentata dal fatto che le leggi sono tante e spesso in contraddizione tra loro ma anche, spiega la Cgia, dal fatto che “sono scritte male, per cui applicarle è difficile”. Con tante regole, inoltre, “la discrezionalità dei funzionari aumenta e in molti casi si innescano comportamenti corruttivi o concussivi”. Tra le soluzioni, la Cgia propone: diminuzione delle norme, stop al burocratese e all’abuso di ufficio, controlli rigidi. Un aiuto per ammodernare la Pa, poi, dovrebbe arrivare dal Pnrr
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- Alcuni studi, spiega la Cgia, dimostrano che la produttività media del lavoro delle imprese private è più elevata nelle zone con un’amministrazione pubblica più efficiente: “L’inefficienza della Pa ha un impatto economico negativo maggiore per le piccole imprese più che per le grandi, ostacolando soprattutto gli investimenti. L’amministrazione finanziaria e i trasporti sono i settori maggiormente sensibili per le imprese: nelle province dove questi due settori sono di maggiore qualità, anche la produttività del lavoro a livello di impresa è più alto”
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- Tornando alle province, la Cgia ha segnalato quali sono le più virtuose sulla base dell'Institutional Quality Index (Iqi), un indice che misura la qualità delle istituzioni pubbliche presenti in tutte le realtà territoriali italiane. Concepito nel 2014 dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, a differenza di altri che si basano sulle percezioni dei cittadini, fa riferimento a dati oggettivi e considera servizi pubblici, attività economica territoriale, giustizia, corruzione, livello culturale e partecipazione dei cittadini alla vita pubblica
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- Questo misuratore, aggiornato l’ultima volta con i dati del 2019, assume un valore che va da 0 a 1. “Il risultato che emerge dall’applicazione di questo parametro ci consegna un Paese spaccato a metà: se i livelli di eccellenza più elevati della nostra Pa a livello territoriale si concentrano prevalentemente al Nord, quelli più modesti, invece, si trovano al Sud”, dice la Cgia
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- La realtà territoriale più virtuosa d’Italia, come detto, è Trento: ha un indice Iqi 2019 pari a 1. Rispetto a 10 anni prima, la provincia trentina ha recuperato 2 posizioni a livello nazionale. Al secondo posto c’è Trieste (punteggio 0,957, perde una posizione) e al terzo Treviso (0,924, +2). Appena fuori dal podio troviamo Gorizia (stabile), Firenze (+7), Venezia (stabile), Pordenone (+25), Mantova (+13), Vicenza (+5) e Parma (+6). “Insomma, nei primi 10 posti, ben 8 province appartengono alla macro area del Nordest”, dice la Cgia
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- In coda alla classifica, invece, troviamo Sicilia e Calabria: Catania (punteggio 0,134, perde due posizioni), Trapani (punteggio 0,134, -5), Caltanissetta (0,103, stabile), Crotone (0,012, +1) e, in ultima posizione, Vibo Valentia (0,000, -1)