Bollette, sciopero dei lavoratori nei call center: in 2mila rischiano il licenziamento
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Il passaggio dal mercato tutelato al libero potrebbe provocare oltre 2.000 esuberi fra addetti all’assistenza clienti e amministrativi, che hanno indetto uno sciopero per l’11 dicembre. I sindacati vogliono un confronto con il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin
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- La fine del mercato tutelato della luce, che scatterà da aprile 2024, potrebbe provocare il licenziamento di circa 2.000 lavoratori, fra addetti all’assistenza dei clienti nei call center e amministrativi, i cosiddetti “back office”
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- Il Messaggero ricorda che a Taranto la società Covisian ha già messo in cassa integrazione oltre 200 addetti ai servizi alla clientela. Ora potrebbero essere seguiti da altri lavoratori delle aziende che gestiscono in subappalto i servizi di call center dei grandi gruppi distributori di energia
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- Inoltre, il passaggio dal tutelato al libero potrebbe essere anticipato all’inizio del nuovo anno anche per la luce. Per questa ragione dall’11 dicembre scatterà uno sciopero proprio degli addetti al call center
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- Il decreto Energia è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale ed è stata stralciata la clausola di salvaguardia che avrebbe ricollocato i lavoratori tra gli operatori del mercato libero
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- Slc Cgil, Fistel Cisl e uilcom Uil hanno chiesto un tavolo di confronto urgente al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a cui chiedono di tutelare i lavoratori
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- All’agitazione potrebbero seguire altre “iniziative popolari”: si punta a far tornare la clausola di salvaguardia con un emendamento parlamentare, da inserire in fase di conversione in legge del decreto
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- All’origine di questa decisione potrebbe esserci una scelta di Bruxelles, che chiede il rispetto delle regole Ue sulla concorrenza
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- Nel frattempo, i dati di Arera e Inps dicono che nel 2022, con lo scoppio della guerra in Ucraina e i riflessi sui mercati energetici, i prezzi di gas e luce nel mercato libero sono stati più vantaggiosi di quelli del tutelato