Stangata sui Millennials, governo alza i requisiti per la pensione anticipata
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In Manovra si rende di fatto impossibile uscire anticipatamente dal lavoro. Se per andare in pensione a 67 anni basterà un reddito un terzo più basso di ora, per uscire a 64 anni servirà invece una retribuzione del 7% più alta
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- Il governo Meloni, in Manovra, da una parte agevola la pensione di vecchiaia per i Millennials e dall’altra rende praticamente impossibile quella anticipata che viene caricata di aggravi
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- Come segnala La Repubblica, se per uscire a 67 anni basterà un reddito un terzo più basso di ora, ovvero 17mila euro,
- per uscire a 64 anni servirà invece una retribuzione del 7% più alta di quella già alta di oggi, 46 mila euro
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- Le nuove regole si applicheranno a coloro che hanno iniziato a lavorare dal primo gennaio 1996, quindi persone che cominceranno ad andare i pensione dal 2030 totalmente con il metodo contributivo
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- Attualmente le regole della legge Fornero prevedono due vincoli per i Millennials: si può andare in pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 di contributi e si deve poter avere un assegno di 1,5 volte quello sociale (a oggi 755 euro); si può andare in pensione anticipata a 64 anni con 20 di contributi e si deve poter contare su un assegno di 2,8 volte superiore quello sociale (1.409 euro)
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- Per chi è andato in pensione anticipata negli ultimi anni, invece, questi due vincoli non sono esistiti, hanno potuto godere di varie Quote per agevolare il pre pensionamento e della pensione retributiva
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- Riguardo alla pensione di vecchiaia, si abbassa il requisito di avere un assegno da 1,5 volte quello sociale, portandolo a una volta (503 euro). Per le pensioni anticipate, invece, si alza da 2,8 a 3 volte (1.510 euro). Vengono però introdotti degli conti per le mamme lavoratrici: con un figlio si torna a 2,8, con due figli a 2,6
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- Il governo ha predisposto un tetto alla pensione pari a 5 volte la minima che ne limita l’importo fino ai 67 anni, una finestra di tre mesi dal raggiungimento dei requisiti, i 20 anni di contributi non più fissi ma adeguati alla speranza di vita e quindi crescenti nel tempo
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- Nella relazione tecnica si spiega che i due interventi servono “per non pregiudicare la sostenibilità delle finanze pubbliche e del debito”. Quindi si taglia il requisito della vecchiaia il cui costo viene pareggiato da quello più alto per l’anticipata che di fatto diventa impossibile da otterene per i lavoratori post-1996
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- Dalla simulazione fatta da Andrea Carbone, fondatore di smileconomy, per Repubblica, un lavoratore dipendente si assicura l’uscita di vecchiaia se riesce a guadagnare 17 mila euro lordi all’anno per vent’anni (prima erano 26 mila euro). A un autonomo, che versa meno contributi, servono 24 mila euro (prima: 36 mila euro). Entrambi però avranno un assegno da fame: 503 euro. Nel 2024 ci saranno 5 mila pensionati di questo tipo
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- Riguardo alla pensione anticipata a 64 anni, può andarci un lavoratore dipendente che guadagna 46 mila euro lordi per 25 anni e un lavoratore autonomo che ne prende 63 mila euro. Prima ad entrambi “bastavano” 43 mila euro e 59 mila euro: traguardi ora riservati alle mamme lavoratrici con un figlio. Se i figli sono due, servono 40 mila euro alla lavoratrice dipendente e 55 mila euro all’autonoma