Buste paga nel 2023, bonus di 100 euro dal taglio del cuneo fiscale. Il rapporto Inps
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Il XII Rapporto annuale dell’Istituto di previdenza ha confermato l’effetto positivo dello sgravio sugli importi lordi degli stipendi. Il potenziamento del taglio contributivo ha però mitigato solo in parte la perdita del potere d’acquisto causata dall’inflazione elevata. Per la proroga della misura nel 2024 occorrono oltre 10 miliardi di euro
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- Nel 2023 il taglio del cuneo fiscale ha prodotto un "tesoretto" mensile in busta paga di circa 100 euro. Lo ha confermato l'Inps in occasione della presentazione del XII Rapporto annuale. Ecco a chi spetta lo sgravio contributivo
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- Introdotto dal governo Draghi nel 2022, lo sgravio contributivo per le retribuzioni fino a 35mila euro annui è stato inizialmente pari allo 0,8% per i primi sei mesi ed è salito del 2% da luglio a dicembre
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- Come confermato dal Rapporto Inps, l'aumento delle retribuzioni non corrisponde a un altrettanto incremento del potere d'acquisto se l'inflazione resta elevata. Nel 2022, ad esempio, gli stipendi sono cresciuti del 4% ma col tasso medio di inflazione all'8,1% l'effetto sui consumi è stato negativo
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- La sforbiciata dei contributi dovuti dal lavoratore aiuta a ridurre la differenza tra lordo e netto in busta paga. Secondo i dati Inps a ottobre di un anno fa lo sgravio del 2% ha comportato un incremento medio mensile di 30 euro
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- A ottobre 2023 il bonus si prospetta più consistente. Per i redditi fino a 35mila euro annui il taglio contributivo in busta paga sarà del 6%, mentre per quelli fino a 25mila euro lo sgravio salirà al 7%. Cifre che non tengono conto del primo semestre dell'anno quando il taglio era rispettivamente del 2% e del 3%
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- Per la seconda metà del 2023 le buste paga lorde si appesantiranno in media di 98 euro e ad ottobre, secondo i calcoli Inps, oltre la metà dei lavoratori interessati dalla misura vedrà incrementi fino a 123 euro
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- Il Rapporto Inps tiene conto degli effetti del taglio del cuneo fiscale sugli importi lordi e non su quanto effettivamente il lavoratore percepisce, considerato che alla minore quota contributiva corrisponde un Irpef maggiore
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- L'Irpef considera l'imponibile lordo al netto dei contributi. Se questi ultimi si riducono e l'importo lordo aumenta, a crescere sarà anche la base su cui viene calcolata l'imposta. Per questo motivo 98 euro non corrisponde all'importo medio prodotto dal taglio ma a quello massimo
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- Ad oggi il taglio del cuneo fiscale del 6% e 7% vale fino a dicembre 2023 ed esclude le tredicesime dove invece lo sgravio è più modesto, rispettivamente del 2% e 3% a seconda delle soglie di reddito
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- Manca ancora qualche giorno all'approvazione della Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) che farà da "bussola" in merito alle risorse che il governo destinerà in Manovra. L'esecutivo sembra intenzionato a prorogare lo sgravio per il 2024 ma servirebbero oltre 10 miliardi di euro