Qualche dubbio c’è sulla possibilità di anticipare al 2023 la detassazione della tredicesima e dei premi di produttività, anche queste misure indicate nella delega fiscale, che però dovrebbe partire dal 2024
Per il pagamento Irpef a novembre, delle partite Iva, il governo pensa a un rinvio. "Per la prima volta le tasse non si pagheranno più in anticipo. Il rinvio e la rateizzazione dell’acconto di novembre 2023 lo darei per certo. Riguarderà le partite Iva con un fatturato non oltre un certo tetto, che dobbiamo ancora definire, e i lavoratori dipendenti e pensionati con altri redditi", ha detto, come riporta il Corriere della Sera, Alberto Gusmeroli, responsabile Fisco della Lega e relatore del disegno di legge delega di riforma del Fisco. Una novità che all'inizio riguarderà le piccole partite Iva, per esempio con un fatturato non superiore a 500 mila euro (circa tre milioni di soggetti), "ma si stanno facendo le simulazioni su diverse ipotesi". A regime, tutte le partite Iva. Non si pagherà più l’acconto di novembre, ma la somma dovuta verrà versata in sei rate mensili da gennaio a giugno dell’anno successivo, spiega Gusmeroli. (IL CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE)
Le ipotesi
Sempre come riporta il Corriere della Sera, qualche dubbio c’è sulla possibilità di anticipare al 2023 la detassazione della tredicesima e dei premi di produttività, anche queste misure indicate nella delega fiscale, che però dovrebbe partire dal 2024. Le ipotesi allo studio prevedono la detassazione già da quest’anno limitata ai redditi bassi, tipo 20-25mila euro. Ma molto dipenderà dalle risorse che il governo riuscirà a trovare, mentre, sostiene il responsabile Fisco della Lega, il rinvio dell’acconto di novembre "non rappresenta un costo perché si tratta di un rinvio". Però, ci sarebbe un ammanco di cassa, pari a nove miliardi se il rinvio dell’acconto riguardasse tutte le partite Iva. Ecco perché, se la riforma partirà quest’anno, come sostiene Gusmeroli, verrà limitata a chi ha un fatturato medio-basso.