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BTP Valore, torna il bond per famiglie e piccoli risparmiatori

Economia

Vittorio Eboli

Visto il successo della prima edizione (erano i primi di giugno) torna il Btp Valore, il titolo di Stato pensato per dare un rendimento corposo ai piccoli investitori e aumentare la quota di debito pubblico in mano alle famiglie italiane: lo annuncia il Ministero dell’Economia. Durata 5 anni, taglio minimo mille euro, cedole trimestrali a tassi crescenti e premio fedeltà finale. Tutti i dettagli.

 

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Dal 2 al 6 ottobre, si replica. A soli quattro mesi dal primo BTP Valore, collocato con gran successo a inizio giugno per oltre 18 miliardi di euro, il Governo rilancia: è un prestito pensato esclusivamente per i piccoli risparmiatori individuali, non per i grandi fondi di investimento. Come il primo, le cedole saranno a tassi prefissati e crescenti negli anni, ancora da comunicare.

 

Novità: scadenza 5 anni, cedola ogni 3 mesi

Con qualche novità: il pagamento sarà trimestrale, non ogni 4 o 6 mesi, e la durata sarà un po’ più lunga, 5 anni. Scopi: dare un rendimento corposo in tempi di alta inflazione alle famiglie italiane (occhio: non sarà così alto da coprire l’attuale aumento dei prezzi, non è uno strumento nato per proteggere totalmente dal caro vita); e nel contempo aumentare la quota di debito pubblico custodito dentro i confini nazionali (ad oggi, siamo a circa un decimo del totale).

Per agevolare questi scopi, sarà facile accedere ai canali distributivi: si potrà sottoscriverlo presso qualsiasi banca (fisica oppure on line), o ufficio postale dove si ha il proprio conto titoli. E il premio fedeltà finale, per chi lo terrà fino alla scadenza, dovrebbe invogliare a non vendere il Btp (che poi spesso finisce a fondi internazionali) in caso di turbolenze sui mercati finanziari.

 

Interessi sul debito pubblico, spesa in aumento

Un rendimento interessante per le famiglie, una spesa più corposa per le casse dello Stato. Nel 2022 l’Italia ha messo ben 84 miliardi solo per pagare gli interessi sul debito pubblico, spesa in costante aumento negli ultimi anni, per effetto dell’aumento del debito complessivo e dei tassi d’interesse stabiliti dalla BCE. Secondo il DEF, se nel 2023 la cifra dovrebbe scendere verso i 75 miliardi, è destinata a risalire al nuovo record di 86 miliardi l’anno prossimo.

Per poi salire ancora negli anni successivi.