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Pnrr, dalle rate alla richiesta di modifica. I fronti aperti e i nodi da sciogliere

Economia

La terza tranche di fondi richiesta il 30 dicembre 2022 che ancora non è arrivata, la quarta tranche che il governo ancora non ha chiesto e la scadenza del 31 agosto per la presentazione delle modifiche a tutto il Piano di Ripresa e Resilienza. Sono questi i dossier principali sul tavolo del governo nell'ambito del Pnrr. Se ne è parlato nell'ultima puntata di Numeri, l'approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 19 luglio

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L’Italia dovrebbe "concentrarsi sull'attuazione" del Pnrr "e non impegnarsi troppo in una revisione completa del Piano, che è stato redatto, negoziato, formalmente discusso e concordato. Più ci si distrae dall'attenzione all'implementazione, maggiore è il rischio di perdere fondi". Il monito del commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn, ricorda che la partita sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza è tutto tranne che chiusa. Di questo si è parlato nell'ultima puntata di Numeri, l'approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 19 luglio (TUTTE LE NEWS SUL PNRR).

Pnrr, i tre fronti aperti

Sono tre i principali fronti aperti nell’ambito del Pnrr. Innanzitutto, Roma sta ancora aspettando la terza rata, chiesta ormai il 30 dicembre 2022, su programmi e obiettivi che in gran parte erano ancora quelli del governo Draghi. E che continua a non arrivare. In parallelo c’è anche il capitolo quarta rata, che il governo non ha ancora chiesto: ha però avanzato domanda per modificare gli obiettivi previsti proprio relativamente a questa rata. Ma il dossier più grande di tutti resta l’attesa per la presentazione della modifica a tutto il Pnrr, in scadenza il prossimo 31 agosto. 

Il ministro degli Affari europei, il Sud le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, durante la conferenza stampa al termine della cabina di regia, Roma, 11 luglio 2023. ANSA/ETTORE FERRARI

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L’attesa per la terza rata

Intanto, la terza rata è stata chiesta ormai oltre 200 giorni fa. Nessun Stato membro dell’Unione europea finora ha aspettato di più, a eccezione della Romania. Le scorse rate erano arrivate in tempi più brevi: per la seconda c’erano voluti 130 giorni, per la prima 105.

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Il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, cerca di rassicurare sul più urgente di tutti i nodi da sciogliere: lo scorso 11 luglio prometteva che la scadenza del 31 agosto per la presentazione della modifica al Piano sarà rispettata. "Oggi abbiamo una grande opportunità di mettere insieme le risorse rispetto a scelte coerenti ed efficaci", ha detto ieri il ministro, dicendosi "convinto che nel giro di due o tre mesi potremo avere un quadro organico di riferimento per poter cambiare la fase di attuazione in modo che si possa non solo risolvere i nodi organizzativi dei programmi ma anche mettere in campo una nuova strategia".

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