In un’intervista al Corriere della Sera, il presidente di Confindustria lancia l’allarme sulle modalità con cui sta venendo gestito il Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Opere già previste, troppo focus sul pubblico, colli di bottiglia” le principali criticità. Sui ritardi: “Serve coinvolgere anche i privati”. Intanto, a livello europeo, cresce l'intesa con gli industriali di Parigi e Berlino
“Sul Pnrr l’Italia si è un po’ smarrita”. Ad affermarlo è Carlo Bonomi, che in un’intervista al Corriere della Sera lancia l’allarme su prosieguo e impostazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Opere già previste, troppo focus sul settore pubblico, colli di bottiglia” sono le principali criticità evidenziate dal presidente di Confindustria. Che sui ritardi imputati al precedente governo dice: “Dobbiamo lavorare tutti insieme, si coinvolgano nella gestione anche i privati”.
Le criticità
“Nello spirito iniziale il Pnrr doveva imprimere una spinta aggiuntiva a nuovi investimenti. Noi invece l’abbiamo soprattutto volto a finanziare opere già previste, perché ci difetta capacità di progettare e realizzare progetti nuovi in pochi anni”. Questo il primo aspetto problematico ravvisato nell’intervista da Bonomi. Che ha aggiunto: “Il Piano doveva nascere e attuarsi sulla base di un partenariato pubblico-privato, ma se n’è visto poco: è quasi tutto nella sfera del pubblico”. “E le riforme non stanno neppure risolvendo i colli di bottiglia amministrativi e ordinamentali di cui il Paese soffre da decenni”.
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Il nodo ritardi
Oltre che sui modi, l’attenzione di Bonomi si concentra anche sui ritardi che l’attuale esecutivo sostiene di aver ereditato dal governo Draghi. “Ci sono delle criticità, è innegabile. Ma dobbiamo lavorare tutti insieme per fare bene e in fretta. Se l’idea è di demandare molta gestione ai comuni, il più di essi non sono tecnicamente in grado”, sostiene il capo degli industriali. Che aggiunge: “Una gestione pubblico-privato secondo me può aiutare. Era nello spirito iniziale e dovremmo tornarci. Non vedo altra via”.
L'asse con Parigi e Berlino
Bonomi ha illustrato al Corriere anche il contenuto dei colloqui che in parte ha già tenuto e in terrà oggi alla Luiss di Roma con le omologhe associazioni di categoria francesi e tedesche: il Medef e la Bdi. I punti sul tavolo sono tanti, primo tra tutti l'idea che il nuovo Patto di stabilità debba lasciare spazio agli investimenti strategici. “Anche in Germania comprendono questa esigenza”, ha detto il presidente di Confindustria. Che ha aggiunto: “Siamo inoltre tutti d’accordo nel chiedere alla Commissione di lavorare a uno strumento finanziario per gestire le grandi crisi”. Non solo. Per Bonomi “occorre un’analisi attenta dei fabbisogni attuali e futuri di materie prime strategiche per prevenirne le carenze. E serve un fondo sovrano europeo che acquisisca partecipazioni nelle grandi società globali di materie prime e minerali”.